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Legacoop > Fondi europei, nuove opportunità per la cooperazione

Roma, 17 giugno 2014 – Un’opportunità importante, ma non ancora colta in modo adeguato. Dal sistema-Paese, in generale. Ma anche dalla cooperazione nello specifico. Sono i Fondi strutturali europei, la cui programmazione per il nuovo settennato è attualmente in corso, sia per i programmi nazionali sia per quelli regionali. Di tutto questo si è parlato durante l’incontro “Accordo di partenariato opportunità per la cooperazione, a Roma il 16 giugno, al quale sono intervenuti Stefania Marcone, responsabile relazioni internazionali Legacoop, Giorgio Gemelli, responsabile progetti interterritoriali ed intersettoriali Legacoop, Sabina De Luca, capo dipartimento per lo sviluppo della coesione economica e Annarita Bergianti, consulente Inforcoop.

 

 

Legacoop con il supporto di Inforcoop, ha iniziato un percorso per rilevare le priorità e i temi sui quali concentrare le azioni per il recupero delle risorse previste dai piani operativi regionali e nazionali. L’innovazione e la gestione del cambiamento sono gli elementi trasversali individuati sino ad ora. Tra i temi prioritari emersi: il turismo, i beni culturali ed ambientali; azioni per la promozione della legalità; incentivi e supporti finanziari per le Start up; lo sviluppo di filiere produttive e territoriali, – reti di impresa, distretti; le cooperative di comunità, il lavoro e la promozione sociale e la riqualificazione energetica e del patrimonio edilizio.

 

 

Molte regioni sono ancora indietro nella realizzazione dei progetti cofinanziati dall’Unione europea. Nel Sud è concentrato il maggior ritardo. La Campania rischia moltissimo insieme alla Calabria e alla Sicilia. In gioco nelle regioni convergenza ci sono ancora 7/8 miliardi della vecchia programmazione che devono essere spesi e certificati a Brouxelles entro dicembre 2015. Pena il “ritiro” da parte della Commissione europea e l’assegnazione ad altri Paesi. Per la programmazione 2014 e 2020 le Regioni dovranno gestire direttamente 30 miliardi.

 

 

“Esistono grandi occasioni di sviluppo in settori trainanti dell’economia dove le imprese cooperative possono fare la loro parte sfruttando le risorse europee – spiega Giorgio Gemelli responsabile progetti interterritoriali ed intersettoriali Legacoop. Il mondo cooperativo ha perso una grande opportunità di fare sistema, perché si è mossa in modo disordinato e confuso. È mancato l’approfondimento delle questioni settoriali o legate allo specifico territorio. L’approccio della nuova programmazione delineata dal Governo e formalizzata nei documenti predisposti dal Dipartimento per la coesione e lo sviluppo sociale – sottolinea –  si addice bene alle caratteristiche della cooperazione. In particolare nelle politiche di sviluppo rivolte ai luoghi. È dai territori infatti e dalle comunità che la cooperazione nasce e si alimenta. In questo senso – spiega – le strutture regionali sono già impegnate nella partecipazione alla costruzione dei programmi operativi che assieme a programmi nazionali connoteranno l’attività dei prossimi sette anni. È importante concentrare le risorse sulla ricerca e l’innovazione, sul capitale umano e le politiche attive del lavoro, l’efficienza energetica e la tutela dell’ambiente, semplificando le procedure degli incentivi ed inoltre con accordi di programma coordinare e integrare interventi pubblici e privati”.

 

 

“Il partenariato economico e sociale ha un ruolo attivo nella definizione dei bandi – spiega Gemelli – oltre che nei percorsi di ricerca dei progetti e per attivare azioni di concertazione. Nella logica della sharing responsability la cooperazione potrebbe collaborare in stretta connessione con le amministrazioni pubbliche per attivare fondi comunitari integrandoli con altri strumenti finanziari per potenziarne gli effetti. Ad esempio – sottolinea – attraverso lo strumento della sovvenzione globale applicabile nelle iniziative di sviluppo dell’economia sociale come la formazione, l’innovazione, creazione di impresa e il microcredito. Abbiamo già formalizzato alcune proposte –racconta –  in particolare sul piano operativo che riguarda la legalità e l’utilizzo dei beni confiscati. La cooperazione poi vanta alcune significative esperienze nelle aree strategiche d’indirizzo dei fondi comunitari: ‘Città, aree interne e Mezzogiorno’, – spiega – attraverso la cooperative tra professionisti, le cooperative di comunità, le cooperative sociali ed agroalimentari. Vogliamo quindi proporre la possibilità di lanciare alcuni progetti pilota nel campo, del turismo sostenibile, della tutela idrogeologica, dell’agroalimentare, dei beni comuni e dei servizi sociali. La cooperazione può fungere da facilitatore e da forza aggregante della domanda di sviluppo, di occupazione ed inclusione sociale”.

 

 

Accordo di Partenariato 2014- 2020

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