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Legacoop > FERRARA – Record di partecipazione per il Congresso che lancia il ‘rinascimento cooperativo’

Ferrara, 8 novembre 2014 – Non spettatori, ma attori. Le cooperative si candidano a giocare un ruolo chiave per il futuro dell’economia di Ferrara, proprio in forza del proprio Dna: “Le cooperative non delocalizzano – spiega il presidente Andrea Benini – investono nelle comunità in cui operano, redistribuiscono una quota consistente della ricchezza prodotta, hanno dimensioni mediamente più grandi delle altre imprese”. Non possono, dunque, assistere passivamente all’evolversi della situazione del Paese.

 

È stato uno dei Congressi più partecipati e frequentati della storia locale di Legacoop quello che si è svolto venerdì 7 novembre a Ferrara e che ha riconfermato all’unanimità Benini alla guida dell’associazione. Al Teatro Venere di Ravalle si sono ritrovati quasi 150 delegati delle aziende cooperative della provincia estense, in rappresentanza di circa 150mila soci e 9mila dipendenti. Tra i partecipanti il presidente nazionale Mauro Lusetti, quello regionale Giovanni Monti, ma anche il presidente di Confcooperative Ferrara Roberto Crosara e il referente di Agci Ferrara-Ravenna Giuliano Grandi. Il ruolo della cooperazione, come accennato, ma anche la lotta alle false cooperative e la possibile integrazione con Modena tra gli argomenti che hanno tenuto banco per tutta la giornata.

 

La relazione di Benini è stata preceduta dall’analisi della situazione del territorio, una crisi in cui le cooperative – soprattutto quelle che hanno investito in occupazione e innovazione – sono tra le poche imprese che resistono con lavoratori in aumento fino al 2012 e ranghi dei soci in allargamento nell’ultimo quadriennio. Ecco quindi nascere a livello nazionale il progetto “Cooperazione 2020”, attraverso cui Legacoop vuole raccogliere le sfide del nuovo millennio forte dei valori e dei tratti distintivi del proprio Dna cooperativo: come recitava lo slogan del congresso estense “I geni di ieri per l’impresa di domani”.

 

Tra le sfide da affrontare spicca la lotta alle false cooperative “aziende – ha sintetizzato Benini – che sfruttano l’ordinamento societario della cooperativa per nascondere situazioni di finta imprenditorialità, lavoro nero e nei casi più gravi di infiltrazioni malavitose”. I dati che emergono da una ricerca modenese sulle cooperative di servizi è impietosa: su 215 imprese attive solo 14 sono registrate alle centrali, mentre tra le rimanenti il 90% non è sottoposto a revisione, solo il 12% è sottoposto a organismi di controllo e il 22% non deposita bilanci. Bene dunque l’iniziativa dell’Alleanza Cooperative Italiane “di costituirsi parte civile nei processi contro le cooperative spurie”, ma servono – spiega Benini – più azioni repressive alle forze dell’ordine e uno sforzo agli enti locali: “Chiediamo alla Provincia di riprendere l’attività dell’osservatorio sugli appalti pubblici e privati e proporremo alla Camera di Commercio di avviare una campagna informativa sul tema”.

 

Sotto i riflettori anche l’autoriforma di Legacoop, con il cammino nazionale verso l’Alleanza e, a livello locale, l’ipotesi d’integrazione tra Modena e Ferrara. “I confini – spiega il presidente – sono più che altro nelle nostre teste: le province di Ferrara e Modena insieme hanno meno abitanti di una media città europea o di un quartiere di San Paolo, ma questa è la dimensione in cui già oggi dobbiamo competere”.

 

Per il 24° congresso provinciale, Legacoop ha deciso di comunicare in maniera innovativa, sposando la proposta creativa della rete di Sineddoche. Riprendendo il tema del Dna cooperativo, lanciato da Legacoop nazionale, i contenuti principali del congresso sono stati ‘affidati’ a personaggi del passato, che hanno avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo storico, artistico, sociale ed economico del territorio: da Ludovico Ariosto per le imprese culturali al premio Nobel Giulio Natta come simbolo dell’innovazione scientifica.

 

 

 

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