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Legacoop > RESPONSABILITÀ – Renzi: “La cooperazione serve all’Italia se fa la cooperazione”

Bologna, 10 gennaio 2015 – “La cooperazione serve all’Italia se fa la cooperazione. E il Governo sarà leale con voi. Non esiste una buona o cattiva cooperazione ma una cooperazione fatta con ideali di allora”. Lo ha dichiarato oggi il presidente del Consiglio Matteo Renzi in visita agli stabilimenti della Granarolo, in occasione dell’inaugurazione del nuovo polo produttivo.

 

Ad attendere il premier, insieme al presidente di Granarolo Gianpiero Calzolari, c’erano i presidenti di Legacoop Mauro Lusetti e di Confcooperative Maurizio Gardini, i ministri Gian Luca Galletti, Maurizio Martina e Giuliano Poletti e il presidente della Regione Stefano Bonaccini. “La nostra casa è il mondo e l’Expo è una grandissima opportunità per l’Italia – ha proseguito Renzi – Nel 2015 il nostro Paese o si rimette in moto o perde delle occasioni uniche e grandi”.

 

Granarolo ha certamente le carte in regola per cogliere queste opportunità. “Abbiamo avviato il processo di internazionalizzazione del Gruppo due anni fa – ha spiegato Calzolari – a seguito del morso stringente della crisi. Abbiamo creato stabilimenti e investito in acquisizioni 100 milioni, senza un euro di contribuzione pubblica, spesso salvando marchi e posti di lavoro. Abbiamo investito per non essere una semplice latteria, ma una società lattiero casearia di prim’ordine, in grado di produrre formaggi molli e duri, specialmente DOP, tanto apprezzati all’estero”.

 

Il risultato? Nel giro di due anni Granarolo è passata dal 4% di export al 16%. Oggi è presente tramite la holding Granarolo International in Francia con due stabilimenti produttivi, in Spagna con una commerciale, in UK con una società commerciale, così come in Cina. Nel corso del 2014 il Gruppo ha partecipato a 8 tra le maggiori fiere mondiali specializzate e il cammino prosegue: nel 2015, oltre alla partecipazione ad Expo, le fiere in programma sono 11.

 

Calzolari ha avanzato anche richieste precise al Governo, a partire dai tempi di pagamento. “Il ministro Martina – ha spiegato – sa che siamo stati i soli, nell’ultimo trimestre del 2014, a sostenere una remunerazione dignitosa della materia prima e paghiamo il latte a trenta giorni, ma non dimentichiamo che oggi un gruppo come il nostro è creditore verso lo stato di 50 milioni di euro di IVA (e siamo arrivati anche a 90) e che mentre in Europa le imprese incassano entro il mese qui scontiamo 250 giorni medi”.

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