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FUTURO – Il rapporto SACE vede un domani ricco di opportunità per chi esporta

Milano, 1 giugno 2015 – Cooperative, alzate la testa. Perché una congiuntura macroeconomica favorevole, livelli di rischio complessivamente stabili a livello globale e un ampio potenziale inespresso ancora da cogliere disegnano per le imprese esportatrici italiane, l’aprirsi di una finestra di opportunità unica e previsioni di crescita a un tasso medio annuo del 4,7% nei prossimi quattro anni. Parola di RESTART, l’ultimo Rapporto Export di SACE.

 

Come cogliere a pieno questo trend positivo? Quali le prospettive, i mercati di riferimento, i settori su cui puntare per crescere all’estero? A questi interrogativi risponde il Rapporto di SACE, con la proposta di due vie per rafforzare la presenza delle nostre imprese sui mercati internazionali: la valorizzazione della filiera agroalimentare – uno dei settori di punta del Made in Italy, che rappresenta circa il 10% del nostro export complessivo – e l’identificazione delle geografie più promettenti per i prodotti italiani, attraverso la creazione di un nuovo indicatore, l’Export Opportunity Index.

 

Secondo le previsioni di SACE, le esportazioni italiane di beni cresceranno del 3,9% nel 2015, un tasso doppio rispetto a quello dell’anno precedente. Il ritmo di crescita aumenterà ulteriormente nel triennio 2016-2018, fino ad attestarsi al 5%. Un ritmo positivo, ma distante da quello pre-Lehman, a testimonianza dell’impatto permanente della crisi finanziaria mondiale sul commercio internazionale. Tra il 2000 e il 2007, in media, il commercio mondiale è cresciuto del 7,3%, superiore di 3 punti percentuali rispetto al periodo 2011-2018.

 

I prodotti dell’agricoltura e dell’industria alimentare: tra i simboli più apprezzati del Made in Italy, pari al 10% dell’export italiano, dovranno giocare secondo il Rapporto di SACE un ruolo propulsivo per una maggior internazionalizzazione del nostro Paese. La filiera agroalimentare italiana, con un mercato globale che vale oggi 1,1 trilioni di euro, ha un ampio potenziale da esprimere, forte del buon posizionamento dell’Italia sul podio mondiale dell’export in comparti come quelli dei macchinari agricoli e dei macchinari per la trasformazione alimentare (in cui siamo rispettivamente al 3° e al 2° posto) e dei buoni margini di sviluppo nei comparti degli alimentari e dei beni agricoli (in cui ricopriamo rispettivamente il 7° e il 15° posto a livello globale).

 

 

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