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LAVORO – Salvati 1.242 posti, i workers buyout corrono verso nuove sfide

Roma, 18 giugno 2015 – I posti di lavoro salvati? Sono ormai 1.242. Gli investimenti attivati? Oltre 56 milioni. L’inizio della ripresa non frena il fenomeno dei workers buyout, che anzi accelera. I casi sostenuti da Coopfond nel nostro Paese, infatti, sono ormai 47, di cui ben 11 nei primi cinque mesi di quest’anno. Ma soprattutto spuntano storie nuove, che dimostrano come il fenomeno sia una ‘ricetta’ capace di dare risposte efficaci non solo in caso di crisi aziendale.

 

L’ultima rilevazione racconta che le cooperative sostenute da Coopfond, nate da ex dipendenti che hanno rilevato le aziende per cui lavoravano, dall’inizio della crisi sono 47. Dopo il picco del 2011 (10 casi) si era scesi ai due casi del 2013 per risalire ai 6 dell’anno scorso e a ben 11 solo nei primi cinque mesi dell’anno in corso. Tra le regioni guida l’Emilia-Romagna con 16 casi, ma sempre più numerosi sono quelli al sud: gli ultimi tre si sono verificati due in Campania e uno in Sicilia.

 

Proprio quest’ultimo, Terra Mia, che lavora olio, formaggi e prodotti tipici locali, racconta come i workers buyout esplosi in un momento in cui tante aziende di capitali saltavano, siano una risorsa importante anche in altri casi. Quest’azienda aveva chiuso, infatti, non per la recessione ma dopo essere stata sequestrata alla criminalità organizzata. Stessa storia del Centro Olimpo, supermercato di Palermo, sottratto a una famiglia mafiosa e ripartito da una cooperativa tra dipendenti.

 

Non solo: poche settimane fa ha chiuso il bilancio del primo anno di attività la cooperativa Arbizzi, che ha rilevato a Reggio Emilia l’impresa dal fondatore andato in pensione senza successori. Ed è stato un bilancio positivo, segno che i workers buyout funzionano anche per il ricambio generazionale, uno dei problemi endemici del tessuto economico del nostro Paese. Un altro esempio di come dalla cooperazione e dai suoi valori possano nascere risposte efficaci per i problemi del presente. (foto © Gaia Levi)

 

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