Reggio Calabria, 7 settembre 2015 – Legacoop e Legacoopsociali nazionale sono al fianco di tutti i soci, i lavoratori della coop sociale Giovani in vita e di tutta la comunità di Anoia per testimoniare insieme a loro il concreto impegno della cooperazione sociale sui temi della legalità e del lavoro. Le intimidazioni e il furto del trattore prima, poi la minaccia di morte a Domenico Luppino sono un punto alto e pericoloso dell’offensiva contro chi recupera i beni mafiosi creando lavoro e futuro.
È arrivato il momento di andare oltre le parole, i comunicati e la “semplice” affermazione di solidarietà. Occorre intervenire seriamente verso le istituzioni nazionali e locali, chiedendo non solo protezione ma attenzione costante per le cooperative sociali e per tutte le organizzazioni che gestiscono terreni e aziende confiscate ai clan mafiosi. E occorre andare oltre anche il mero “impegno”, provando invece a mettere al centro del dibattito e delle proposte il sistema di confisca, assegnazione e gestione dei beni mafiosi. È necessario che nessuno rimanga isolato e si rendano disponibili strumenti e risorse per chi avvia un’impresa cooperativa su questo fronte.
In queste ultime settimane si sono susseguiti gli attacchi a chi gestisce terreni e aziende confiscate: Napoli, Caserta e poi la coop sociale Terre Joniche della provincia di Crotone. Il Sud, a partire da questo grande pezzo di economia e di welfare, deve tornare ad essere priorità. Negli anni della crisi sono nate nel Meridione più cooperative che nel resto del Paese. È il segnale che il Mezzogiorno vuole reagire, trovare un’alternativa a un modello imprenditoriale e di sviluppo, vuole creare lavoro e maggiore giustizia sociale. E la gestione dei beni, dei terreni e delle aziende confiscate alle mafie può essere un perno di questa rinascita economica e civile.
