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SOLIDARIETÀ – A Napoli un polo enogastronomico dà lavoro a giovani con disagio e disabilità

Napoli, 3 febbraio 2016 – Sarà realizzato in un ex opificio impiegando molti giovani provenienti da situazioni di disagio e in quartiere carente di risorse come Poggioreale, il nuovo polo enogastronomico Il Poggio, che aprirà le porte al pubblico l’11 febbraio prossimo a Napoli. Non solo un ristorante ma un vero e proprio progetto sociale, dove saranno impiegate 60 persone, di cui 50 ragazzi in parte segnalati dai servizi sociali e due giovani con sindrome di Down, oltre a immigrati e a un detenuto in affidamento.

 

L’iniziativa è del gruppo Gesco che la realizza anche con con il sostegno di Fondazione Con il Sud e Fondazione Vodafone. “Negli ultimi anni – spiega il direttore di Gesco, Sergio D’Angelo – puntiamo a promuovere iniziative basate su un’idea innovativa e sempre più allargata del welfare, dove il lavoro si configura come la più potente politica sociale che possa essere dispiegata”. Per perfezionare la formazione di 47 dei giovani selezionati, Gesco si è avvalso della misura del governo “Garanzia Giovani”. Non a caso, l’inaugurazione del Polo vedrà la partecipazione del ministro del Lavoro e delle politiche sociali Giuliano Poletti.

 

Il Poggio vuole rappresentare soprattutto un punto di riferimento per giovani e famiglie in un quartiere quasi completamente privo di luoghi di aggregazione e di ritrovo: ci si potrà incontrare per mangiare a prezzi contenuti e stare insieme, ma anche per partecipare a mostre, presentazioni di libri, convegni e concerti. Il Polo funzionerà anche come “market del cucinato” e ospiterà una Scuola di formazione dedicata alle professioni della cucina e dell’enogastronomia come quelle di pasticcere, sommelier, operatore del servizio bar, mâitre.

“Nella nostra visione – sottolinea D’Angelo – appare evidente la necessità di creare in città, a maggior ragione nelle periferie, luoghi di incontro per giovani e famiglie che possano diventare veri e propri punti di riferimento territoriali per la cultura, il tempo libero, l’informazione, oltre che, naturalmente, per i consumi alimentari di qualità”. (fonte: Redattore Sociale)

 

 

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