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PASSIONE – A Parma con la coop sociale Sirio i detenuti rinunciano a ore d’aria per studiare

Parma, 16 febbraio 2016 – La coop sociale porta l’Università dietro le sbarre. Un mondo di parole, di libri, di studi per aprire nuove opportunità a chi si ritroverebbe altrimenti in un vicolo cieco. Lo fa a Parma la cooperativa Sirio forte di 30 anni di esperienza e, soprattutto, di risultati. In questi decenni, infatti, sono oltre 300 gli ex detenuti che passando attraverso di lei hanno trovato un lavoro.

 

Gli Istituti penitenziari di Parma si aprono così all’Università e alle scuole superiori, nell’ottica di una collaborazione virtuosa e di una piena integrazione fra realtà del territorio: lezioni universitarie e laboratori dentro il carcere, con il coinvolgimento di studenti e detenuti. Numerose le iniziative in programma in collaborazione con l’Ateneo, gli stessi Istituti penitenziari e i Licei Albertina Sanvitale e Paolo Toschi.

 

Camus in CarcereIl tema sarà “Risentimento e riconciliazione. Dinamiche psichiche, sociali e culturali”. Si lavorerà insieme a partire dal film “Lo straniero” di Luchino Visconti, tratto dall’omonimo libro di Albert Camus, che sarà proiettato in due incontri. Nell’iniziativa saranno coinvolti studenti del corso di Sociologia dei processi culturali e comunicativi e anche detenuti (iscritti all’Università e non).

 

Università dietro le sbarreDue corsi universitari varcano le porte degli Istituti penitenziari di Parma: il corso di “Sociologia dei processi culturali e comunicativi” (Corso di laurea magistrale in Giornalismo e cultura editoriale), tenuto dal prof. Sergio Manghi, e il corso di “Politiche sociali” (Corso di laurea in Servizio sociale), tenuto dalla prof.ssa Vincenza Pellegrino. Il corso di “Sociologia dei processi culturali e comunicativi” entra in carcere dal 15 febbraio al 15 marzo: per 5 settimane, una delle tre lezioni settimanali del corso (quella del lunedì) si terrà negli spazi degli Istituti penitenziari.

 

La manomissione delle paroleCoinvolge gli studenti universitari, i detenuti e gli alunni dei Licei Sanvitale e Toschi e che è incentrato sul linguaggio: a partire dall’omonimo volume di Gianrico Carofiglio i partecipanti svolgeranno laboratori socio-narrativi sulle parole vergogna, giustizia, ribellione, bellezza, scelta. Per i ragazzi dell’Università e per quelli delle scuole ci sarà un lavoro rispettivamente in Ateneo e in classe, seguito poi da diversi incontri di confronto in carcere con i detenuti, che nel frattempo avranno sviluppato e svolto una loro attività laboratoriale.

 

 

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