Firenze, 4 giugno 2014 – Workers buyout, ma non solo. Contro la crisi, per salvare le imprese e i posti di lavoro, la cooperazione ha tante frecce al proprio arco. E le sa far scoccare, quando è ora, anche e soprattutto al proprio interno. È il caso della Cooperativa autotrasportatori fiorentini (Caf), nata nel 1957, cresciuta con il noleggio delle autogru, ma sprofondata oggi nelle sabbie mobili della crisi. E ora in fase di ripresa grazie alla capacità di mettere in pratica i valori attorno ai quali tutta la cooperazione è nata.
Per uscire da una situazione difficile i 63 soci della cooperativa si sono autoridotti lo stipendio: 1.100 euro metti al mese per tutti. Ovvero: stessa busta paga per l’amministratore delegato così come per l’ultimo assunto degli autisti. Così c’è chi per il bene della cooperativa ha accettato un taglio del 5% ma anche chi ha visto volar via metà del proprio stipendio. I dipendenti che non hanno accettato di diventare soci sono invece in cassa integrazione.
Ma non basta: i soci hanno accettato di convertire 600mila euro di stipendi non pagati, cioè di propri crediti, in capitale sociale. Se le cose andranno bene li riprenderanno. E i risultati della cura iniziano a farsi sentire. Oggi, grazie al sacrificio di tutti, 63 famiglie possono ancora contare su uno stipendio e la cooperativa può continuare a battersi per il proprio futuro. Grazie al sacrificio di tutti e alla capacità, di tutti, di far vivere i valori della cooperazione.