Reggio Emilia, 26 agosto 2014 – La cooperativa di comunità Valle dei Cavalieri arriva sul sito del Corriere della Sera. “Da Succiso, paese kibbutz, la formula per un Appennino vivo” il titolo del reportage che racconta la storia dell’impresa nata da nove amici e che ora sta facendo rinascere il piccolo paese sulle montagne reggiane all’insegna dello slogan “Cooperare per cambiare”. Una buona notizia, spiega il Corriere, per “quel 65% degli italiani che vive nei piccoli centri”.
Il modello delle cooperative di comunità “si sta imponendo – prosegue il sito – anche all’attenzione di economisti vicini (come Stefano Zamagni, dell’ateneo di Bologna) e lontanissimi: in Giappone è da poco uscito un libro di Naonori Tsuda, docente di economia all’università St. Andrews di Osaka, sulla cooperazione nell’Appennino reggiano (“Cooperative economy in sociale change, a solidarity system”)”.
Dai primi passi nel 1991 al centro benessere appena aperto, il presidente Davide Torri racconta la parabola della cooperativa di comunità, associata sia a Legacoop sia a Confcooperative. “Abbiamo cominciato aprendo un bar – ricosrda – poi è arrivato il negozio di alimentari, nel ’94 il ristorante dall’ottima cucina locale, nel ’98 abbiamo iniziato, grazie all’allevamento di ovini, la produzione di pecorino, 60 quintali l’anno, e di ricotta”.
“Sono innegabili gli effetti positivi sulla qualità della vita dei cittadini – spiega Torri – che rafforzano i loro legami sociali trovando soluzioni efficaci a problemi comuni e risparmiando: per esempio, per comprare molti prodotti riusciamo a evitare due-tre passaggi nella filiera di acquisti, arrivando a risparmiare mediamente il 20% sulla spesa”. “Tra economia e civiltà – conclude il giornalista – in questo paese kibbutz si intravvede il futuro di un Appennino vivo”.
