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Legacoop > BOLOGNA – Calzolari passa il testimone e auspica un’unica rete regionale

Bologna, 11 novembre 2014 – È stato il congresso del passaggio di testimone tra Calzolari e Ghedini. Ma soprattutto il congresso della schiettezza e del coraggio. Degli occhi puntati in avanti, ben fissi sulle sfide da cogliere. Bologna ha dato il 10 novembre un contributo importante al cammino che Legacoop sta compiendo con i congressi territoriali per arrivare al 39° Congresso nazionale, dal 16 al 18 dicembre a Roma. Perché, come ha sintetizzato il presidente Lusetti: “Siamo nelle condizioni di fare un congresso aperto, un congresso di verità, per il futuro nostro e del Paese. E quello di Bologna ha dato un significativo contributo in questa direzione”.

 

“Lasciamo una Legacoop radicata in questa città – ha spiegato Gianpiero Calzolari – In  questi anni le imprese hanno dato una grande prova del valore e dello strumento cooperativo come strumento di democrazia economica e di grande attenzione al territorio. Abbiamo prodotto molta ricchezza e la abbiamo distribuita tra i soci e al nostro territorio. Soffriamo anche noi la crisi ma abbiamo spalle robuste. Oggi abbiamo un passaggio di consegne a Rita Ghedini che saprà prendere in carico la situazione e rilanciare il lavoro”.

 

“È il nostro auspicio quello di cambiare forma, con un assetto regionale, perché – ha spiegato Calzolari – le risposte stanno nella riorganizzazione: pensiamo che sia più efficace una rete regionale con alcune grandi eccellenze, piuttosto che non replicare lo stesso modulo organizzativo provincia per provincia”. Unire Leghe territoriali, ma unire anche – e soprattutto – le tre associazioni del settore. “”Abbiamo un progetto strategico – ha spiegato il presidente Lusetti, che ha ringraziato più volte Calzolari – che si chiama Alleanza delle cooperative italiane”

 

“È un progetto – ha proseguito Lusetti – a cui noi, in tutti i livelli del nostro movimento, stiamo lavorando. All’interno di questo progetto c’è il contributo specifico di Legacoop, che può dare in un’ottica di razionalizzazione delle nostre strutture, di sostenibilità e utilità. In questo processo – ha aggiunto – bisogna tenere conto di tre questioni: la modificazione delle istituzioni con il superamento delle province; la seconda è il tema della densità cooperativa; la terza di sostenibilità economica. Questi tre elementi determinano un’organizzazione che avrà un suo approccio variabile a livello nazionale. Saranno poi i territori in quest’ottica a darsi una loro dimensione organizzativa”.

 

Per il futuro, inoltre, ai vertici di Legacoop “possiamo immaginare un forte coinvolgimento di cooperatori bolognesi nel movimento cooperativo italiano: il contributo dei cooperatori bolognesi – ha proseguito – sarà adeguato ai bisogni, poi sarà il congresso a definire gli organi nazionali e la governance”. “Noi cooperatori e le nostre cooperative – ha concluso – abbiamo svolto finora un fattore di coesione sociale. Vorrei che non fosse dimenticato perché vuol dire che tanti cooperatori nostri si sono dimezzati gli stipendi, hanno messo in gioco tutto per andare avanti”.

 

 

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