LA COOPERAZIONE SOCIALE SI MOBILITA PER
IL WELFARE ED IL LAVORO
Si è svolta questa mattina a Palazzo Cesaroni la conferenza stampa del settore sociale dell’
Alleanza delle Cooperative Umbria (AGCI Solidarietà, Federsolidarietà, Legacoopsociali) in
cui è stato rappresentato lo stato di salute della cooperazione sociale: formata da 250
imprese, che hanno un valore della produzione aggregato di oltre 250 milioni di euro,
con 8000 lavoratori di cui 600 sono persone svantaggiate. La cooperazione sociale
costituisce un pilastro del welfare della regione, che entra in contatto quotidianamente
con 70.000 cittadini che usufruiscono dei servizi erogati dalle cooperative in
collaborazione con il settore pubblico.
I rappresentanti delle centrali cooperative – Massimo Giovannelli-AGCI Solidarietà,
Carlo Di Somma-Federsolidarietà, Andrea Bernardoni-Legacoopsociali – hanno
evidenziato che “la cooperazione sociale delle regione negli ultimi decenni è stata
capace di creare sviluppo economico e inclusione sociale. Oggi però sta attraversando
un momento delicato che rischia di mandare in crisi l’intero settore con gravi
ripercussione economiche, sociali ed occupazionali”.
Le cause di questa situazione sono molteplici e sono riconducibili alle modalità di
regolazione del mercato ed alle scelte fatte dalle amministrazioni pubbliche che possono
penalizzare le cooperative ed i lavoratori. Tra queste le centrali cooperative evidenziano
come particolarmente problematiche:
a. La reintroduzione della logica del massimo ribasso nelle gare di appalto che
danneggia sia le cooperative sociali che i lavoratori;
b. Il mancato rispetto da parte degli attori pubblici del Tariffario Regionale delle
Cooperative Sociali;
c. Il mancato adeguamento delle rette dei servizi socio-sanitari ferme al 2005;
d. Il mancato riconoscimento da parte degli attori pubblici delle specificità delle
cooperative sociali di inserimento lavorativo e il conseguente inutilizzo degli
strumenti normativi regionali e nazionali che intendono favorire l’inserimento
lavorativo delle persone svantaggiate.
In questo contesto lo scorso 21 maggio è stato siglato il doveroso rinnovo del Contratto
Collettivo Nazionale della cooperazione sociale che prevede un incremento delle
retribuzioni dei lavoratori, a regime, del 5,98%.
“Il rinnovo del contratto, fermo al 2012, ha segnato un passaggio importante per il settore.
Ha apportato alcuni correttivi tecnici e normativi e soprattutto ha ribadito la dignità ed il
valore del lavoro sociale. La corretta applicazione del CCNL – aggiungono i rappresentanti
delle centrali cooperative – ha rappresentato e continua a costituire oggi un elemento
qualificante per tutto il settore sociale ed uno strumento essenziale per la valorizzazione e
la promozione dei diritti di tutti i lavoratori delle cooperative sociali che sono in
grandissima parte anche soci delle cooperative”.
Nelle cooperative sociale il fattore umano è centrale per la qualità dei servizi e per l’efficacia degli interventi. Sono imprese ad alta intensità di lavoro che per le attività svolte hanno nelle amministrazioni pubbliche i principali clienti. Per queste ragioni la cooperazione sociale lancia una mobilitazione in difesa del rispetto del CCNL, del sistema del welfare regionale e del modello di inclusione lavorativa rappresentato dalla cooperazione di inserimento lavorativo.
“Le criticità del settore unita ai maggiori costi per le imprese, derivanti dal rinnovo del contratto, può condurre il settore in uno stato di crisi. Per scongiurare questo pericolo non servono atti straordinari ma è semplicemente necessario applicare con tempestività le norme nazionali e regionali in essere e avviare un percorso concertativo per valutare insieme alle istituzioni ed parti sociali la situazione”.
Per queste ragioni le centrali cooperative chiedono a Regione, Comuni e Provincie:
a. L’adeguamento dei contratti in essere ai nuovi costi del lavoro;
b. L’applicazione del Tariffario Regionale della cooperazione sociale previsto dal Testo Unico Regionale in materia di Sanità e Servizi Sociali e disciplinato dalla DGR 215 del 2015 che prevede in caso di rinnovo del CCNL l’adeguamento automatico delle Tariffario;
c. L’adeguamento dei corrispettivi di tutti i servizi a retta applicando l’indice Istat del periodo;
d. L’applicazione di quanto previsto dall’Art. 95 del Codice dei Contratti superando la logica del massimo ribasso nelle gare per la fornitura di servi ad alta intensità di lavoro;
e. L’applicazione di quanto previsto dall’Art 112 del Codice dei Contratti che prevede la possibilità di bandire appalti e concessioni riservate alle imprese che inseriscono al lavoro almeno il 30% di lavoratori svantaggiati.
“Siamo fiduciosi – affermano i rappresentanti delle centrali cooperative – che con la collaborazione delle istituzioni regionali e delle parti sociali nelle prossime settimane saranno superati i fattori di criticità che oggi abbiamo evidenziato. Creando le condizioni per il mantenimento dei livelli occupazionali, la tenuta della rete di servizi di welfare che vede impegnati in prima fila migliaia di operatori sociali e la difesa dei lavoratori svantaggiati occupati nelle cooperative di inserimento lavorativo”.