Una bella riflessione sulle stagioni, sul tempo e sul riprendersi il proprio tempo dai ragazzi della Fattoria Sociale:
“In questi giorni tutti noi ragazzi della Fattoria Sociale siamo immersi in una serie di lavori che inequivocabilmente ci fanno pensare al concetto del tempo.
Riflettevamo, proprio mentre raccoglievamo lo zafferano, immersi nella nebbia che ovatta la Fattoria nei mesi autunnali, su quanto noi ragazzi del ventunesimo secolo abbiamo una concezione di tempo diversa da quella dei nostri antenati. Siamo abituati a ritmi frenetici, con giornate che non sono scandite dal sorgere e dal calare del sole, ma da numeri e lancette che segnano lo scorrere di un tempo al quale non riusciamo a star dietro.
Sono troppe le persone che non conoscono i punti cardinali, che non sanno cosa si intende per mezzogiorno, non si ricordano più cosa siano la latitudine e la longitudine e all’arrivo dell’ora legale si preoccupano solo di capire se dormiranno un’ora in più o una in meno. L’uomo non si ferma ad osservare le stelle, non si accorge del crescere della luna, ma vede solo una splendente palla in cielo, quelle rare volte che gli capita di alzare la testa dal suo smart-phone molto più attraente e luminoso. L’uomo va a sciare senza sapere il nome della catena montuosa sulla quale sta calpestando e non sempre si meraviglia dello splendore che lo circonda.
L’agricoltura come modo per riavvicinarsi alla natura
Lavorare in agricoltura ci insegna ad apprezzare le piccole cose, a rispettare i tempi della natura, ad attendere il crescere di una pianta prima di godere dei suoi frutti. La fortuna di chi si avvicina alla Fattoria Sociale e a tutte le realtà che fanno parte del progetto “Raccolti di Comunità”, è quella di imparare a rivedere il concetto del tempo; anche il semplice attendere le tempistiche indispensabili per la maturazione delle verdure stagionali, non è una cosa che va data per scontata. Non è facile spiegare la stagionalità dei prodotti ai clienti che nei supermercati sono abituati a trovare cassette di verdure, di ogni genere e provenienza, in qualsiasi periodo dell’anno.
Basterebbe riflettere sul modo di dire “cose di altri tempi” e pensare che questo detto non si limiti ad intendere cose riferite al passare di anni prettamente gregoriani ma, più nel profondo, può riferirsi a cose di quando il tempo era visto in modo diverso. L’agricoltura e tutto ciò che ad essa è collegato, è purtroppo andata verso una meccanizzazione che ha superato completamente il modo di vivere dei veri contadini, i quali non vedevano il coltivare verdure come un lavoro intensivo, ma come l’unico modo per essere autosufficienti.
Noi, che sappiamo benissimo che non tutti possono permettersi una casa in campagna o dedicare tempo alla coltivazione di verdure, ci prendiamo cura dei nostri clienti cercando di garantire quell’autosufficienza, altrimenti inarrivabile, con prodotti biologici sempre freschi e genuini.
Siamo ciò che mangiamo
Bisogna imparare a valorizzare l’importanza del cibo e a concepire l’imprescindibilità del mangiare sano. L’uomo è l’unico animale, dall’origine della vita ad ora, capace di ammalarsi a causa del cibo che mangia e dell’aria stessa che respira. È il solo, finora, ad aver intossicato ciò che per natura lo avrebbe fatto vivere e non morire, l’unico a dover lavare la frutta prima di ingerirla, a dover cuocere la carne prima di mangiarla. È l’unico essere che necessita di frigoriferi per fare scorte infinite di cibo che poi spreca.
Basta pensare ai fatti accaduti recentemente a causa del Corona virus per capire quanto siamo tutti immersi in un irragionevole meccanismo il quale non prevedeva interruzioni e non ipotizzava bastoni tra le ruote; un ingranaggio talmente minuzioso e delicato, al quale è bastato un incidente per creare delle ripercussioni penose sull’intera popolazione.
Locale, giusto, sostenibile
Dobbiamo reimparare il concetto dell’attesa e limitare la fretta patologica che mettiamo in tutto ciò che si fa. Proviamo, insieme, a reimpostare le tempistiche naturali; a dare importanza al Locale, Giusto e Sostenibile; a vivere cose di altri tempi.
Non accontentiamoci di un arcobaleno per sperare che tutto tornerà come prima, ma speriamo in un mondo dove tutto sarà diverso.”