“La fabbrica che rilega il lavoro”: nasce un nuovo workers buyout
È la Legatoria Tuderte di Pantalla. In 9, con il sostegno di Cgil e Legacoop, formano una cooperativa e salvano lo stabilimento dal fallimento
A Lorisa mancano 6 anni per andare in pensione, lei è la “decana” del gruppo, quella che “brontola sempre”, ma senza di lei non si poteva partire. Mauro invece è il più giovane, appena 30 anni, e quando gli hanno proposto di formare una cooperativa e rilevare l’azienda ha pensato: “Ma questi sono matti!”. Poi però si è fatto convincere e ora anche lui fa parte della nuova Legatoria Tuderte, un workers buyout, ovvero un’azienda salvata dal fallimento e acquistata dai suoi lavoratori, anzi, in questo caso, soprattutto dalle sue lavoratrici.
“Il 28 aprile 2021 è partita la nostra avventura”, racconta Emanuela Tabarrini, operaia fino a pochi mesi fa e oggi presidente della cooperativa Legatoria Tuderte, con sede a Pantalla (Pg), della quale fanno parte, oltre ai già citati Mauro e Lorisa, anche Sonia, Maria, Fiorella, Federica, Lidia e Andrea, il secondo maschio del gruppo, considerato un jolly per la sua abilità in tutte le fasi della produzione. “La vecchia azienda era finita, sommersa di debiti, senza liquidità e con nessuna prospettiva – spiega Emanuela – L’ultimo stipendio ci è stato pagato a gennaio 2020, poi solo cassa integrazione, quella per Covid. Ma di far morire questa fabbrica, nella quale lavoriamo da così tanti anni, non ci andava proprio giù”.
E allora eccola l’idea, maturata nel corso di “nottate passate in videoconferenza tra di noi” e nelle “riunioni con il nostro sindacalista della Cgil”: formare una cooperativa e provare a diventare imprenditori di se stessi. “Sarebbe stato davvero un peccato disperdere questo patrimonio di grande professionalità, un lavoro che si fa ancora con le mani”, commenta Enrico Bruschi, segretario della Slc Cgil Umbria, che ha seguito dall’inizio il percorso della Legatoria Tuderte. “Sarebbe stata una sconfitta non solo per loro, ma per tutto il territorio – prosegue – Così, anche forti di altre esperienze positive, come quella di Ceramiche Noi a Città di Castello, abbiamo intrapreso questa strada, chiedendo il supporto di Legacoop”.
In un periodo di crisi cicliche come quello attuale uno strumento come il workers buyout diventa ancora più importante – commenta Matteo Ragnacci, presidente di Legacoop P&S Umbria – perché consente a tante lavoratrici e lavoratori di trasformarsi da dipendenti a soci e salvare l’occupazione e la produzione, redistribuendo i benefici nelle comunità locali. Questo – prosegue Ragnacci – grazie ai loro sacrifici, all’accompagnamento della nostra associazione ed al sostegno finanziario dei fondi della cooperazione, Coopfond e Cfi, che intervengono nel capitale immettendo nuova linfa alle radici”.
Così, con un gran bel gioco di squadra, la nuova Legatoria Tuderte è partita e nei primi due mesi di attività la cooperativa ha fatturato quasi 100mila euro. “È un buon risultato anche se abbiamo bisogno di fare di più – commenta ancora la presidente, Emanuela Tabarrini – ma abbiamo fiducia per il futuro, prima di tutto perché lavorare così, per qualcosa di tuo, che hai costruito con il sacrificio, è bellissimo, una sensazione nuova per noi. E poi perché siamo un grande gruppo, legato anche da una forte amicizia, che ha fatto sì che anche le nostre famiglie, i mariti soprattutto, dopo qualche diffidenza iniziale abbiano sposato appieno la causa”.
Ora, l’obiettivo è di costruire una solida rete di clienti, sia quelli grandi, come Treccani, Panini e persino il Vaticano, sia quelli più piccoli, da aziende che vogliono realizzare gadget di qualità, magari da regalare per le feste, fino ai fotografi, per i loro book o altri professionisti nel settore grafico ed editoriale.
“Sappiamo di aver fatto una grande scommessa – conclude Emanuela Tabarrini – ma l’abbiamo voluta fare per la passione che ci lega a questo lavoro e certamente continueremo a mettercela tutta per vincere, insieme”.