«In poco più di due anni dall’ultimo incontro con gli europarlamentari italiani a Bruxelles, le guerre del Covid e nel cuore dell’Europa hanno cambiato il mondo. Chiediamo un rilancio dell’Unione su più fronti: sulle politiche sociali, economiche e fiscali e sul pluralismo imprenditoriale. Le cooperative sono pronte a fornire il loro contributo per una crescita sostenibile dal punto di vista sociale, economico, ambientale e digitale».
Lo dice Maurizio Gardini, presidente dell’Alleanza Cooperative Italiane, guidando una delegazione dell’Alleanza con i copresidenti Mauro Lusetti e Giovanni Schiavone, all’incontro con Paolo Gentiloni, Commissario Europeo per gli Affari Economici e Monetari. Sono seguiti gli incontri con l’Ambasciatore Stefano Verrecchia, rappresentante permanente aggiunto dell’Italia presso l’Unione Europea, e con un’ampia rappresentanza di europarlamentari italiani, tra i quali: Patrizia Toia, copresidente dell’Intergruppo Economia Sociale; Tiziana Beghin, capo delegazione Movimento 5 Stelle; Pietro Bartolo, vicecapo delegazione Partito Democratico; Marco Campomenosi, capo delegazione Lega Nord; Nicola Danti, capo delegazione Italia Viva; Raffaele Fitto, capo delegazione Fratelli d’Italiae Antonio Tajani, capo delegazione Forza Italia.
Questi i principali temi trattati durante gli incontri:
Fisco, il BEFIT riconosca la specificità fiscale delle cooperative: Tra le iniziative annunciate dalla Commissione Europea emerge il BEFIT: una base imponibile comune. I movimenti cooperativi italiano ed europeo condividono la logica di rafforzamento del mercato interno attraverso una accresciuta armonizzazione fiscale. È tuttavia necessario garantire che BEFIT tenga espressamente conto della specificità fiscale riconosciuta alle società cooperative in diversi Stati e compatibile con il diritto UE come hanno sancito sia la Commissione sia la Corte di Giustizia (nota sentenza Paint Graphos).
BCC: indispensabile riconoscerle nel quadro del Meccanismo di Vigilanza «Le BCC sono fra le banche maggiormente colpite dall’approccio regolamentare dell’ultimo decennio a causa della riduzione dei flussi di finanziamento a famiglie e piccole e medie imprese. Èindispensabile che il Gruppo bancario cooperativo italiano venga pienamente riconosciuto nel quadro del Meccanismo unico di Vigilanza. L‘attuale quadro normativo dell’UE rende di fatto quasi impossibile applicare un approccio di proporzionalità coerente e completo alle BCC italiane e ai loro Gruppi bancari cooperativi, un assetto specifico finora non presente nel panorama europeo».
PNRR in Italia, non funziona il dirigismo pubblico favorire partenariato pubblico privato: Intravediamo “dirigismo pubblico e tempistica stretta”, un mix non favorevole per l’attuazione del PNRR. Per raggiungere i risultati prefissi occorre un coinvolgimento maggiore del privato e del privato sociale, comprese le cooperative. L’impostazione di partenariati pubblico privato aumenta la probabilità di raggiungere l’obiettivo e facilita il matching tra domanda e offerta (PNRR).
Salario minimo: Per garantire livelli salariali minimi e adeguati, la proposta contempla per gli Stati Membri due strade alternative, la via della contrattazione collettiva, fatto salvo l’impegno di ciascun paese a garantire e perseguire un determinato livello di copertura contrattuale e la via del salario minimo legale. Condividiamo l’impostazione della direttiva sul salario minimo che legittima e valorizza il ruolo della contrattazione collettiva per la definizione di salari adeguati.
PAC: L’Ue deve offrire una risposta alle conseguenze economiche della guerra tra Russia e Ucraina. In vista della imminente riforma della Pac, l’Alleanza delle Cooperative Italiane ritiene prioritario garantire che non venga stravolta la natura economica dello strumento “Promozione dei prodotti agricoli” sui mercati esteri e di evitare ogni penalizzazione di singole filiere produttive sulla base di una presunta nocività a prescindere dalle quantità consumate.
Transizione Verde e Farm to Fork: a rischio il 15% della produzione UE: Alla luce dell’evoluzione della congiuntura internazionale e delle gravi conseguenze economiche ad essa collegate è necessario ripensare le scelte della strategia “Farm to Fork” che così come è stata elaborata, rischia di ridurre la produzione agroalimentare Ue fino al 15%.
Welfare: Nel 2023 il Consiglio adotterà una raccomandazione sull’economia sociale, sarà un passaggio importante. In un contesto molto diversificato e ancora fragile, è necessario uno sforzo di modernizzazione per raggiungere il pieno potenziale dei modelli di business dell’economia sociale come vettore di ripresa. in Europa l’economia sociale, all’interno della quale le costituiscono la famiglia più rappresentativa, significa 2,8 milioni di imprese, occupazione per oltre 13,5 milioni di persone e l’8% del PIL Europeo.
Energia: incoraggiare le comunità energetiche: Urge investire ulteriormente nelle energie rinnovabili, rimuovere ostacoli e consentire la partecipazione dei cittadini, mettendo fine a fenomeni speculativi. Le cooperative, grazie anche alla riforma del mercato dell’energia europeo, possono portare un contributo importante attraverso le comunità energetiche.
Pluralismo imprenditoriale: no alle misure a taglia unica «Diciamo no, inoltre, all’Europa a taglia unica, invocando maggiore attenzione alle biodiversità imprenditoriali grazie alle quali le cooperative arricchiscono il quadro economico europeo e sono portatrici di crescita, occupazione e innovazione in tutti i settori: dal credito all’agroalimentare, dal consumo al welfare e ai servizi».