“La USL spieghi ai cittadini perché ha fatto queste scelte”
Nei giorni scorsi la direzione della Usl Umbria 2 ha diffuso alla stampa una nota in merito alla gara di appalto dei servizi socio sanitari. Riteniamo importante che abbia aperto un dibattito pubblico su questo tema. Il confronto democratico è sempre importante, soprattutto quando riguarda le scelte strategiche di organizzazioni come le Unità Sanitarie Locali che hanno come fine istituzionale la promozione e la tutela della salute della popolazione ed un impatto importante sulle vite delle persone anziane e delle persone con disabilità. Tuttavia, queste, confermano i nostri dubbi e le perplessità sulla gara.
Di norma, nei servizi socio sanitari, per attività strutturate e consolidate la durata media dei contratti è di 3 anni, prorogabili per ulteriori 3. Il RUP e la direzione della Usl Umbria 2, invece, dopo una “gara ponte” di 6 mesi nel 2021 hanno scelto di effettuare una nuova gara della durata di soli 6 mesi prorogabili sino a 18. Questa scelta impedisce alle imprese sociali di programmare le attività e di investire per migliorare la qualità dei servizi, impoverisce il welfare locale e danneggia tutti i cittadini.
L’Assemblea Legislativa dell’Umbria all’unanimità nel luglio 2021 ha approvato un atto di indirizzo in materia di gare di appalto in cui si afferma, con chiarezza, che per questa tipologia di servizi èfondamentale non utilizzare formule legate al massimo ribasso, sia nella lettera che nella sostanza, per tutelare sia la qualità dei servizi stessi che la qualità del lavoro. La gara pubblicata dalla USL, invece, utilizza una formula per attribuire il punteggio della componente prezzo che premia in modo eccessivo il soggetto che presenta il ribasso più alto, incentivando così la massimizzazione del ribasso a danno della qualità dei servizi. Inutile girarci intorno, così facendo ha adottato la logica del “massimo ribasso”.
Per quali ragioni il RUP e la direzione USL, per servizi così importanti, hanno deciso di non seguire le indicazioni di policy fornite dall’Assemblea Legislativa della Regione Umbria?
La procedura di gara, come ha confermato la direzione della USL, divide i servizi oggetto della gara in 3 lotti: 2 lotti nell’Area Nord (Foligno, Spoleto e Valnerina) ed un solo lotto nell’Area Sud (Terni, Narni ed Orvieto). Ribadiamo che, a nostro avviso, questa scelta è illogica ed immotivata in quanto le stazioni appaltanti hanno l’obbligo di suddividere gli appalti in lotti funzionali o prestazionali. A questo obbligo possono derogare motivando adeguatamente la scelta nei documenti di gara, tuttavia, ad un’analisi attenta dei documenti di gara questa scelta non sembra essere motivata.
La procedura di gara, inoltre, tratta in modo differente l’Area Sud e l’Area Nord anche per quello che riguarda le modalità di fatturazione dei servizi.
I gestori di un centro diurno rivolto alle persone disabili nell’Area Sud sono remunerati sulla base delle ore richieste dalla USL ed erogate, mentre i gestori dello stesso servizio nell’Area Nord sono remunerati in base alle presenze giornaliere delle persone disabili. Questa differenza non è formale ma sostanziale perché costringe i soggetti gestori a ridurre il personale del centro diurno ed a ridurre le attività svolte con le persone disabili. Questa formula impoverisce i servizi dell’Area Nord e precarizza il lavoro.
Per quali ragioni il RUP e la direzione della USL Umbria 2 hanno scelto di utilizzare, nella stessa procedura di gara, per le stesse tipologie di servizi, modalità di fatturazione così diverse che creano evidenti e, all’apparenza, ingiustificate differenze di trattamento dei cittadini e dei lavoratori?
All’interno di un dibattito pubblico corretto ed informato crediamo che sarebbe molto utile poter conoscere le ragioni di queste scelte, che immaginiamo essere solide e motivate.
Le nostre organizzazioni, in modo trasparente e con spirito collaborativo, nell’interesse delle imprese sociali, dei lavoratori e dei cittadini più deboli continueranno a seguire la procedura di gara con l’unico fine di assicurare la qualità dei servizi di welfare.