Agci Servizi, Assiv-Confindustria, Confcooperative Lavoro e Servizi e Legacoop Produzione e Servizi: “Un aumento importante, ora agire su revisione prezzi o posti di lavoro a rischio. Il Governo faccia la sua parte”
“Le lavoratrici e i lavoratori del settore vigilanza privata e servizi di
sicurezza potranno contare dal prossimo mese su un aumento salariale importante in aggiunta a
quello già previsto dal contratto collettivo nazionale – circa 400 euro per i servizi di sicurezza e
circa 250 euro per le guardie giurate – ma se il mercato non reagisce saranno inevitabili delle
riduzioni del personale nel settore. Per questo motivo ribadiamo la necessità dell’intervento del
Governo per introdurre una norma per la revisione prezzi dei contratti in essere con la pubblica
amministrazione che tenga conto degli aumenti previsti dall’accordo, così come dovrà adeguarsi il
mercato privato”.
Lo dichiarano Agci Servizi, ASSIV-Confindustria, Confcooperative Lavoro e Servizi e Legacoop
Produzione e Servizi a seguito della firma dell’Ipotesi di Accordo sull’adeguamento salariale
avvenuta in nottata alla presenza di tutte le Parti Sociali del CCNL della Vigilanza privata e Servizi di
sicurezza.
“Una volta ancora ASSIV dimostra la propria serietà – afferma la Presidente Maria Cristina Urbano
- dopo essere riuscita, contro ogni previsione, a facilitare la sottoscrizione del nuovo CCNL di
settore lo scorso maggio, già fortemente migliorativo rispetto il precedente. Resta il dato di fatto
che le aziende si assumeranno l’onere di fornire una ulteriore risposta positiva ai propri lavoratori,
pur dovendo far fronte a condizioni di mercato estremamente critiche, nella consapevolezza che il
benessere dei propri operatori è questione centrale. Anche in questa vicenda, tuttavia – conclude
la Urbano – molti degli attori coinvolti, per ragioni diverse ma estranee all’oggetto della trattativa,
hanno preferito fare demagogia anziché affrontare i problemi strutturali. Garantire la resilienza di
un comparto centrale per la sicurezza del Paese resta l’obiettivo di lungo periodo che dovrebbe
essere al centro dell’azione di istituzioni e parti sociali. L’Assemblea degli associati si esprimerà a
breve sull’ipotesi di Accordo secondo quanto stabilito dal nostro Statuto e, solo allora, avremo una
visione chiara di quello che le aziende prevedono per i prossimi mesi.”.
“La cooperazione non lascia nessuno indietro, – dichiarano per Legacoop Produzione e Servizi il
Direttore Andrea Laguardia e il Responsabile del Settore Vigilanza Privata e Servizi di Sicurezza
Daniele Conti – questo è lo spirito che ci ha animato in questa lunga trattativa, avviata ad agosto
dal Ministero del Lavoro, che poi si è fatto di nebbia e ha lasciato le Parti sociali a risolvere il
problema. Abbiamo fatto la nostra parte, con un aumento delle retribuzioni che si aggiunge a
quanto la cooperazione aveva già attivato negli ultimi mesi per sostenere l’aumento del costo
della vita attraverso importanti iniziative di welfare aziendale. Adesso – conclude Laguardia -tocca
al mercato creare le condizioni per sostenere il nuovo costo del lavoro. Attendiamo che il Governo
faccia la sua parte, così come promesso.”
“L’accordo raggiunto è un ulteriore segnale importante – dichiara il Presidente Massimo Stronati
di Confcooperative Lavoro e Servizi- per sostenere i salari dei soci, dei lavoratori e lavoratrici del
settore in una fase in cui l’inflazione e il costo della vita sono in costante crescita. La cooperazione
continua a lavorare per la qualità del lavoro, ma anche per rimettere al centro il valore della
contrattazione collettiva come strumento politico di coesione per rilanciare i livelli di produttività e
dunque per migliorare il valore reale dei trattamenti economici e la qualità del lavoro. Ora anche il
committente pubblico e privato faccia la sua parte per garantire salari giusti per chi lavora.”
Per Agci Servizi, ASSIV-Confindustria, Confcooperative Lavoro e Servizi e Legacoop Produzione e
Servizi la problematica dei salari delle lavoratrici e dei lavoratori, nata da criticità di sistema che
trovano la loro origine anche nel settore pubblico, non può ricadere sulle spalle del solo privato,
già fortemente indebolito dalla spirale inflattiva. Le Associazioni auspicano che gli impegni presi
dal Governo si traducano presto in misure normative, in quanto solo un sistema di revisione dei
prezzi dei contratti in essere con la PA consentirà al settore di sostenere l’aumento dei costi di
produzione e del lavoro permettendo alle imprese di restare sul mercato e mantenere
l’occupazione, e garantendo al contempo le condizioni di sviluppo di un comparto di importanza
centrale per lo svolgimento di moltissimi servizi essenziali, a vantaggio di aziende, lavoratori e
committenza pubblica.
“La firma della scorsa notte -sottolinea Simone Gamberini, presidente di Legacoop – rappresenta
sicuramente un passo positivo per le imprese e i lavoratori del settore, finora sotto i riflettori solo
per i salari bassi. L’incremento economico, frutto di un’intesa faticosa, ha visto la cooperazione
fortemente impegnata perché si trovasse l’accordo in coerenza con la nostra posizione di
valorizzazione del buon lavoro. Già nel suo congresso dello scorso anno, poi con il Manifesto del
buon lavoro, Legacoop ha messo al centro questi temi; oggi con questo accordo, e con il recente
rinnovo del contratto delle cooperative sociali, sta agendo, insieme alle altre parti negoziali, per
metterli in pratica”.
“Questo nostro sforzo -conclude Gamberini- deve essere ora condiviso con tutti gli attori del
mercato del lavoro a partire dalle committenze, siano esse private o pubbliche, per garantire
tariffe adeguate, che rendano sostenibile l’aumento dei costi”.