A dirlo il Presidente di Legacoop Simone Gamberini
“L’ipotesi formulata per la riforma del sistema sanitario, con la previsione del
passaggio dei Medici di Medicina Generale alle dipendenze del Servizio Sanitario Nazionale per
farli lavorare nelle Case della Comunità, indebolirebbe la medicina territoriale in un momento nel
quale è invece necessario rafforzare questo fondamentale presidio di prossimità”.
A dirlo è Simone Gamberini, presidente di Legacoop, condividendo la preoccupazione espressa da
Sanicoop, il settore di Legacoop che riunisce cooperative di Medici di Medicina Generale e Pediatri
di Libera Scelta, con oltre 5.000 medici associati e 7 milioni di pazienti in carico.
“Tutti i dati -prosegue il presidente di Legacoop- confermano un aumento delle fragilità e delle
disuguaglianze: in questo contesto di emergenza sociale, che continuerà a peggiorare, il
rafforzamento della sanità di prossimità, che vede protagonisti i Medici di Medicina Generale
insieme agli altri professionisti sanitari, diventa fondamentale. Trasformare il loro rapporto di
lavoro in dipendenti ad ore all’interno delle Case della Comunità, significherebbe cancellare la
diffusione capillare degli studi medici sui territori che, soprattutto nelle aree rurali, rappresentano
un punto di riferimento per le Comunità dando risposta, in particolare, ai bisogni delle persone
anziane”.
Senza dimenticare che andrebbero persi elementi centrali della professione, ovvero il rapporto di
fiducia con i propri assistiti, la continuità assistenziale e la domiciliarità.
“Siamo d’accordo -conclude Gamberini- con gli investimenti previsti della Missione Salute del Pnrr
nella direzione di rafforzare la sanità di prossimità attraverso le Case della Comunità, Ospedali di
Comunità e Aggregazioni Funzionali Territoriali oltre allo sviluppo della telemedicina; ma riteniamo
che questa bozza di riforma vada nella direzione opposta, lasciando queste strutture vuote di
personale e territori senza medici. Servirebbe invece valorizzare ed investire sul personale
sanitario del nostro Servizio Sanitario Nazionale per rafforzare la Sanità pubblica”.