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Legacoop > A Perugia ‘Il Vicolo’ arte cibo e rigenerazione urbana

Perugia, 9 aprile 2014 – Il progetto tra ristorazione e punto di aggregazione della cooperativa San Martino. “Vogliamo essere un contenitore di espressione culturale”. Inaugurazione il 16 aprile.

Il-Vicolo_Coop.San-Martino-260x180Nel centro storico di Perugia qualcosa si muove anche dal basso. Laddove incombe la crisi economica, generazioni a confronto si armano di entusiasmo e scommettono sul futuro. I cittadini si riavvicinano all’acropoli con vari progetti imprenditoriali, uno di questi verrà inaugurato il prossimo 16 aprile.

 

Si chiama ‘Il Vicolo’ ed è ideato dalla Coop. San Martino. Non una semplice taverna, ma un luogo d’incontro con un obiettivo: contribuire alla rigenerazione di una delle zone della città spesso associata alla droga e al mondo dell’illegalità. Una corte privata che altrimenti sarebbe rimasta chiusa e che collega via Ulisse Rocchi e via Bartolo.

 

La cooperativa San Martino è una giovane impresa nata con il bando di agevolazione per le start-up indetto da Legacoop. Soci protagonisti: Luciana Banano (cuoca) di 55anni, Filippo Lana 33, Francesca Lana 23, Liana Binaglia 45, Claudia Mariani 26, Ercole Cardinali 32, Matteo Rosadi (pizzaiolo) 22, Elisa Veschini 34, Guido Genovese 50.

 
La Cooperativa si propone non solo di creare lavoro per i soci stessi, ma di promuovere cultura vissuta e anche accademica con vari eventi in programma, per ridare anima a questi spazi mettendoli a disposizione della cittadinanza negli orari non prettamente ristorativi dove si potrà avere la possibilità di collegarsi ad internet tramite wi-fi e di ascoltare della buona musica dal vivo.
I cooperativi hanno invitato i propri amici, e chiunque sia interessato, a portare la propria arte in questo contesto, qualsiasi essa sia. E perchè no, se qualcuno volesse esporre proprie opere ci sarà piena visibilità per tutti.

 
Luciana, l’anima della cucina, rimasta senza lavoro, ha dovuto reinventarsi a 55 anni e ha subito sposato il progetto. “Il mio auspicio – dice – è quello di tramandare la mia arte alle persone che lavoreranno con me, anche perché si deve dare più valore e più peso alle nostre tradizioni, anche culinarie, non va perso ciò che ci è stato tramandato dalle vecchie generazioni, sento proprio l’esigenza di trasmettere questo ai giovani”.
Liana, invece, era ceramista e dopo la chiusura del negozio in centro qualche anno fa ha dovuto rimettersi in gioco partecipando a vari corsi di formazione sulla ristorazione, che le hanno permesso di acquisire competenze specifiche nel settore facendole trovare finalmente nella cooperativa uno spazio espressivo.

 

 

“Non abbiamo la pretesa di essere creatori di cultura, ma ci mettiamo a servizio della cittadinanza come contenitore per veicolare qualsiasi tipo di espressione culturale, spiega Filippo Lana. Non tutti avevano la possibilità di partecipare con la quota associativa così abbiamo chiesto un piccolo finanziamento -continua– che ci è servito per le cose essenziali, ma c’era tanto da fare e abbiamo cercato di sopperire alle carenze economiche con il nostro lavoro ed abbiamo ristrutturato il locale con le nostre forze”.

 

 

“Questa esperienza – afferma Vladimiro Zaffini di Arcs Legacoop Umbria – è un esempio di rigenerazione urbana in cui i cittadini organizzandosi in forma cooperativa creano nuovo lavoro, fanno rivivere i locali del centro storico e si impegnano a generare attività economica producendo legami sociali. Come organizzazione abbiamo supportato la fase di start-up della cooperativa San Martino e siamo a disposizione di tutti i giovani che hanno idee e voglia di mettersi in gioco”.

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