Sarà aperta fino al 13 aprile 2025

Come socio fondatore dell’Associazione Festival della Sociologia, comunichiamo che il nuovo titolo del Festival della Sociologia 2025 sarà SENTIRSI IN SOCIETÀ, Attenzione, cura e sostenibilità, e si terrà il 10 e 11 ottobre 2025. Contestualmente all’uscita del nuovo titolo e della data l’Associazione Festival della Sociologia ha aperto la call dove tutti i soggetti della società civile potranno avanzare la propria candidatura. La procedura è molto semplice: sul sito del Festival c’è una sezione dedicata e si dovrà compilare una scheda di partecipazione.
“Il comitato scientifico – dice Sabina Curti, direttrice scientifica dell’evento e presidente dell’Associazione Festival della Sociologia – ha dibattuto tanto sul nuovo titolo, ma poi si è arrivati alla sintesi, su quello appena presentato, all’unanimità, perché rispecchia uno dei grossi problemi del nostro tempo. Dopo aver cercato di analizzare “Le Disuguaglianze” lo scorso anno, abbiamo capito che la sensazione di “sentirsi” immersi in relazioni sembra smarrita, anestetizzata, bloccata da quelle stesse istituzioni e strutture che le persone percepiscono sempre di più come immutabili e indipendenti dalla loro azione. Da qui si originano molte forme di alienazione sociale, che riguardano sia l’azione sia la struttura”.

Secondo molti, l’alienazione sociale ha trasformato le persone prima da schiave a consumatrici, poi da consumatrici che, se iperconnesse e consapevoli, sono al contempo anche produttrici di qualsiasi cosa. Infine da consumatrici/produttrici a vittime depresse, fragili, ansiose, impaurite, infelici. Eppure, ci si sente in società anche quando non ci si sente in società. Quali risvolti diversi e inaspettati può generare l’alienazione sociale? E qual è il rapporto tra alienazione sociale e attenzione al contesto, cura di sé e degli altri, sostenibilità delle azioni? L’attenzione, la cura e la sostenibilità sono processi socialmente costruiti e quindi politici?
“Le persone ormai sono convinte – continua la Curti – che le loro azioni individuali non abbiano alcun effetto su larga scala, considerando uno sforzo inutile l’impegno per cambiare in modo sostenibile il proprio comportamento. Tutto questo si riversa sul nostro futuro e su quello delle giovani generazioni. Ma se le convinzioni e il sistema dei valori cambia non solo per una o per poche ma per molte persone, allora le stesse si accorgono del cambiamento avvenuto. Anche se con il segno negativo, per via del modello economico capitalista in auge, non è forse successo proprio questo con il cambiamento climatico? Ecco, tra le altre cose, al Festival vorremo analizzare questi meccanismi”.
Prestare attenzione ai contesti, praticare la cura reciproca e la sostenibilità sociale sono tutti ingredienti necessari per la sopravvivenza della democrazia e per ripensare concretamente i problemi comuni riconoscendo che esistono anche delle differenze nel fare i conti con quei problemi. Chiude Curti “sentirsi in società non è mai una questione di percezione individuale, ma sempre un fatto relazionale e quotidiano verso tutto ciò che ci circonda. Ogni problema ci unisce e ci differenzia allo stesso tempo. Il punto oggi è chiederci: quel problema ci interessa? Ce ne occupiamo? In che modo possiamo prendercene cura? Quali bisogni ci sono? Come li possiamo soddisfare? Stiamo rispondendo adeguatamente? Come possiamo farlo meglio?”.