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Assemblea Legacoop Agroalimentare Umbria, confermato Andrea Radicchi come Responsabile regionale

“È necessario un impegno condiviso per affrontare le sfide del nostro settore agricolo in Umbria”

Si è svolta presso l’Hotel Giò di Perugia l’assemblea delle cooperative di Legacoop Agroalimentare Umbria “Generazione Futuro” – Filiere Cooperative Sostenibili, che ha confermato Andrea Radicchi come responsabile regionale del Dipartimento. Oltre che l’elezione degli organi, che rappresenteranno l’Umbria in vista del congresso nazionale di Legacoop Agroalimentare che si terrà il prossimo 2-3 ottobre a Roma, l’intento è stato quello di stimolare un dibattito interno su prospettive ed idee per salvaguardare e potenziare il settore nei prossimi anni. È emersa un’analisi positiva del comparto regionale che ci offre uno spaccato significativo della situazione attuale del settore agricolo e delle sfide future che ci attendono. Il valore della produzione complessivo delle cooperative agroalimentari associate a legaccop è pari a 220 milioni, con più di 4600 soci e circa 700 occupati con un capitale sociale pari a 9 milioni di euro. Le cooperative associate sono leader nei settori cerealico, zootecnico, lattiero caseario, tabacchicolo, olivicolo non solo nella nostra regione ma punti di riferimento per l’italia centrale. Dati confortanti quelli espressi dalle cooperative associate a Legacoop, che hanno retto in un periodo difficile segnato da pandemia, costi energetici, costo materie prime, inflazione, allargamento dei conflitti ed instabilità che hanno posto le cooperative a dura prova.

Assemblea Legacoop Agroalimentare Umbria, confermato Andrea Radicchi come Responsabile regionale
“È necessario un impegno condiviso per affrontare le sfide del nostro settore agricolo in Umbria”

Tutto il comparto nella nostra regione, secondo l’ultimo censimento, conta oltre 52.000 lavoratori, il 69% dei quali impiegato come manodopera familiare. Tra i lavoratori non familiari, più del 55% è impiegato in maniera saltuaria, il 36% in maniera continuativa e solo il 9% non è assunto direttamente dall’azienda. Dai dati analizzati durante la conferenza sono emerse alcune debolezze strutturali del settore, quali la piccola dimensione aziendale, l’elevata senilizzazione della forza lavoro e il limitato accesso all’innovazione sui quali si dovrà lavorare per invertire la tendenza negativa. A queste criticità si aggiunge un difficile accesso al credito, che rappresenta un ulteriore ostacolo per lo sviluppo delle imprese, specialmente in un contesto economico caratterizzato da un incremento dei costi di produzione dovuto all’inflazione e al rialzo dei tassi di interesse. Il centro italia arretra e anche l’agricoltura ha subito questa decrescita, negli ultimi 20 anni, infatti, il numero di aziende agricole attive nella regione è diminuito del 25%, evidenziando una tendenza già in atto nei decenni precedenti. Anche la superficie agricola utilizzata (SAU) ha subito una contrazione del 9,7%, un dato che supera la media di altre regioni dell’Italia Mediana. La dimensione media delle aziende, in termini di SAU, si attesta a 10,9 ettari, un valore inferiore rispetto alla media italiana di 11,1 ettari. È emerso anche una significativa riduzione del numero di aziende gestite direttamente dall’imprenditore e dalla sua famiglia sotto forma di azienda individuale o familiare, che tuttavia rappresentano ancora il 63% circa della SAU. Oltre un quarto della superficie agricola è gestito da società di persone, mentre il 6% appartiene a società di capitali. La superficie agricola utilizzata copre il 67% della superficie totale della regione, con il 68% destinato a colture seminative (come cereali, ortaggi, legumi), il 18% a prati permanenti e pascoli, e il 14% a vigneti e oliveti. Le imprese agricole umbre si caratterizzano anche per una presenza ridotta di donne e giovani. Nel 2020, oltre il 70% dei titolari delle aziende agricole era di sesso maschile. La popolazione degli imprenditori agricoli risulta inoltre piuttosto anziana: il 37,2% degli imprenditori ha un’età compresa tra i 60 e i 74 anni, percentuale che sale al 62,4% se si considerano anche i conduttori con età superiore ai 75 anni. Il livello di istruzione dei capi azienda in Umbria appare ancora modesto, con circa il 49% dei conduttori in possesso di una licenza media, mentre il 13% è laureato, un dato in crescita e superiore alla media nazionale.

“È qui dobbiamo lavorare per attuare un ricambio generazionale – afferma Andrea Radicchi – dobbiamo attrarre i giovani e con un grado di istruzione più elevata per essere pronti alle sfide che ci attendono per i prossimi anni. Le cooperative agricole e agroalimentari umbre rappresentano un modello virtuoso di sviluppo del territorio, capace di valorizzare le filiere sostenibili e distribuire valore alle comunità locali. Per garantire un futuro ancora più importante al settore agricolo umbro, è necessario concentrarsi su alcuni asset strategici: indipendenza energetica, innovazione e digitalizzazione, mercati globali, ricambio generazionale, formazione e ricerca”. Le agroenergie giocano un ruolo cruciale, poiché rappresentano una fonte di energia rinnovabile che permette alle aziende agricole di diversificare le fonti di approvvigionamento, ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e contribuire alla transizione verso un’economia più sostenibile. La produzione di biomasse per le agroenergie può promuovere pratiche agricole sostenibili, incentivando la rotazione delle colture, la riduzione dei rifiuti agricoli e la gestione responsabile delle risorse naturali. L’innovazione tecnologica sta trasformando il settore agricolo, offrendo nuove opportunità per aumentare l’efficienza e la produttività. L’Agricoltura di Precisione, l’uso di Big Data e Intelligenza Artificiale, Blockchain e Robotica sono strumenti essenziali per rendere l’agricoltura più sostenibile e resiliente di fronte ai cambiamenti climatici e alle sfide globali. Per competere nei mercati globali, le aziende umbre dovranno devono puntare sulla dimensione e sull’aggregazione, attraverso forme cooperative che garantiscano maggiore forza contrattuale e accesso a mercati esteri. Il tema del ricambio generazionale è altrettanto cruciale, con la necessità di incentivare la partecipazione dei giovani e facilitare l’accesso al credito e alla terra. Questo va di pari passo anche l’investire nella formazione e nell’aggiornamento professionale dei soci e dei dipendenti delle cooperative agricole. Ciò è fondamentale per migliorare la gestione aziendale e favorire l’adozione di pratiche agricole innovative. Collaborazioni con istituzioni, università e centri di ricerca sono essenziali per promuovere progetti di ricerca applicata nel settore agricolo.

“L’Assemblea “Generazione Futuro” – ha concluso Andrea Radicchi nella sua relazione – ha rinnovato la necessità di un impegno condiviso per affrontare le sfide del settore agricolo in Umbria. È fondamentale che tutti gli attori – Europa, governo nazionale e regionale – collaborino per creare un ambiente favorevole allo sviluppo sostenibile ed economico dell’agricoltura. Solo attraverso un impegno comune sarà possibile garantire la sostenibilità, la competitività ed il futuro del settore agricolo umbro”.

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