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Codice dei contratti pubblici: imminente approvazione del Correttivo al D.Lgs. n. 36/2023

E’ partito in conto alla rovescia per l’approvazione del Correttivo al Codice dei Contratti Pubblici, formalmente noto come “Disposizioni integrative e correttive al codice dei contratti pubblici, di cui al decreto legislativo 31 marzo 2023, n. 36”.

Il Governo può emanare il primo vero e proprio correttivo al D.Lgs. n. 36/2023 (Codice dei contratti pubblici), come espressamente previsto dalla legge delega n. 78/2022, dopo che il 17 dicembre 2024 sono arrivati gli ultimi due pareri delle ottave Commissioni Ambiente alla Camera dei Deputati e al Senato. Pareri “favorevoli” ma con:

  • n.52 osservazioni dalla Camera;
  • n.14 condizioni e n.81 osservazioni al Senato.

Pareri che si aggiungono a quelli:

  • del Consiglio di Stato
  • della Conferenza Unificata
  • alla Camera, delle Commissioni V Bilancio e Tesoro e XIV Politiche dell’Unione Europea (per i profili di compatibilità normativa UE);
  • al Senato, delle Commissioni 5ª (Bilancio) e 4ª (Politiche dell’Unione europea).

Tale Decreto rappresenta un’importante evoluzione nel panorama normativo degli appalti pubblici in Italia

Alcune delle osservazioni della Commissione ambiente della Camera riguardano la semplificazione e l’efficienza delle norme, attraverso, ad esempio, la riduzione dei tempi di stand still,  maggiori tutele negli accordi quadro, il miglioramento dei meccanismi di revisione dei prezzi e l’eliminazione di penalità sproporzionate.

Mentre, tra le “condizioni” espresse dalla Commissione Ambiente del Senato, troviamo: 

  1. Inserimento di un nuovo articolo 36-bis: dedicato alla previsione di norme procedurali per gli appalti nei settori speciali che escludano l’accesso civico generalizzato, privilegiando un accesso motivato, in linea con la legge n. 241/1990
  2. Revisione prezzi: chiarendo meccanismi per la revisione dei prezzi negli appalti, con percentuali precise (80% o alternative) e consentendo l’uso di prezziari settoriali oltre agli indici ISTAT.
  3. Qualificazione dei consorzi stabili: introducendo una disciplina transitoria di 5 anni per il passaggio alla qualificazione “in proprio”, evitando l’uso esclusivo del contratto di avvalimento.
  4. Disciplina del collaudo nei settori speciali: prevedendo norme flessibili per collaudi e verifiche di conformità, distinguendo tra contratti sopra e sottosoglia comunitaria, con la possibilità di utilizzo di collaudatori esterni.
  5. Subappalto: Confermando la possibilità di utilizzare le lavorazioni subappaltate per la qualificazione dell’appaltatore.
  6. Collegio consultivo tecnico: rendendo facoltativa l’applicazione dell’istituto nei settori speciali, stabilendo soglie più alte per la sua obbligatorietà.
  7. Proposte di Partenariato Pubblico-Privato (PPP): limitando la pubblicazione delle informazioni delle proposte e circoscrivendo la conferenza di servizi preliminare ai progetti complessi.
  8. Contratti collettivi di lavoro: rimuovendo vincoli relativi all’applicazione dei contratti collettivi in base alla dimensione o natura giuridica delle imprese.

Le “osservazioni” formulate riguardano diverse semplificazioni al Codice per ridurre burocrazia e incertezze, tra le quali:

  1. chiarire il concetto di “giurisprudenza prevalente”,
  2. escludere obblighi di CIG per affidamenti in house,
  3. favorire giovani professionisti con contratti suddivisi e prove selettive, e
  4. migliorare le tutele nei contratti collettivi.
  5. consentire RUP esterni per enti piccoli,
  6. escludere le società quotate da obblighi di trasparenza non pertinenti,
  7. alzare la soglia BIM a 4 milioni e
  8. regolare meglio le procedure negoziate.
  9. Semplificare per verifiche progettuali, ampliamento degli incentivi tecnici e una revisione delle norme su equo compenso e ribassi.

Si crede che sarà pubblicato il testo definitivo in Gazzetta nei giorni successivi e dunque entro il 31 dicembre, come più volte annunciato dal MIT….  un’autentica “strenna natalizia” per tutti gli operatori degli appalti pubblici!

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