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DEDIZIONE – Camst, l’innovazione nella ristorazione in Italia compie settant’anni

Bologna, 22 giugno 2015 – Settant’anni di Camst. Nata all’indomani della Liberazione a Bologna per volontà di un piccolo gruppo di camerieri e ristoratori, guidati da Gustavo Trombetti, compagno di cella di Antonio Gramsci nel carcere di Turi, la cooperativa nasce servendo pasti caldi ai viaggiatori in transito alla stazione dei treni devastata dai bombardamenti. In un vagone abbandonato lungo un binario morto, viene allestita una piccola cucina per riscaldare le pietanze. Come bicchieri si usano bottiglie di birra vuote opportunamente tagliate e smerigliate.

 

E poi Camst è cresciuta insieme al Paese. Nel 1960 ha aperto a Bologna il primo self service italiano. Nei primi anni ’70, contribuisce allo sviluppo della ristorazione collettiva creando la prima cucina centralizzata. Dagli anni ’80 comincia la fase di espansione che la porterà a diventare uno dei principali player nel mercato della ristorazione. Nel 2010, unica in Italia, realizza il Centro Distributivo Camst all’Interporto di Bologna, la più grande piattaforma di stoccaggio e distribuzione dei prodotti alimentari nel mondo della ristorazione. E oggi Camst è leader nella ristorazione commerciale e collettiva, con oltre 11.000 dipendenti in tutta Italia e una produzione annua di oltre 100 milioni di pasti.

 

“Il settantesimo compleanno di Camst – spiega Antonella Pasquariello, presidente di Camst – è per noi occasione per ribadire l’importanza e il ruolo che la nostra cooperativa ha avuto nella storia del Paese e nello sviluppo della ristorazione. Partendo da un piccolo gruppo di camerieri e ristoratori, guidati da Gustavo Trombetti, oggi siamo diventati una delle maggiori aziende di ristorazione a capitale interamente italiano. Un successo raggiunto grazie a una grande capacità di innovazione, alla solidità dell’impresa e alla coerenza mantenuta rispetto ai nostri valori e principi ispiratori: etica, legalità e responsabilità. In settant’anni di storia Camst ha lasciato il segno perché ha saputo leggere il cambiamento della società e dare adeguate risposte. Quest’anno non celebriamo solo i settant’anni che abbiamo passato: mettiamo le basi per i settanta che verranno”.

 

 

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