Necessario rafforzare comunicazione ed educazione al consumo sostenibile e circolare
“Nonostante cresca la propensione al riuso, riciclo e riutilizzo degli imballaggi, gli italiani sono preoccupati per la sicurezza di quelli a contatto con gli alimenti. Inoltre, soprattutto tra i soggetti socialmente più fragili, molti sono particolarmente orientati alla proprietà dei beni e ritengono di vivere in una società non abituata al riuso. Sono evidenze che rendono necessario modificare la proposta di regolamento europeo sugli imballaggi ed i rifiuti da imballaggi che, pur in linea con la gerarchia dei rifiuti, non tiene conto delle differenze tra i vari paesi europei. C’è bisogno di maggiore flessibilità e più tempo per consentire ai consumatori di adattare i propri stili di vita alle indicazioni, e agli stati membri di modificare il sistema imprenditoriale. Non si possono ignorare, in particolare, le criticità per il nostro settore agroalimentare ed ortofrutticolo, che rischia di essere penalizzato soprattutto sul fronte delle esportazioni”.
A dirlo è Simone Gamberini, Presidente di Legacoop, commentando alcuni dati dello studio “Le scelte dei consumatori sull’economia circolare”, la prima indagine sul tema in Italia, realizzata da Legacoop in collaborazione con la Fondazione Sviluppo Sostenibile e Ipsos, utilizzando come griglia di riferimento “Enabling consumer choices for a circular economy” dell’Agenzia Europea per l’Ambiente. La ricerca è stata presentata in occasione della Quinta Conferenza Nazionale sull’Economia circolare, promossa dal CEN, Circular Economy Network.
La partecipazione di Legacoop all’evento si inquadra nell’impegno che l’organizzazione ha dedicato, in questi anni, ad una strategia complessiva, che prevede anche strumenti di supporto economico alle imprese più sostenibili, centrata su una politica di promozione della sostenibilità ambientale e dell’economia circolare, dotandosi di strumenti per misurare l’attenzione delle cooperative su queste tematiche. Oltre ai bilanci di sostenibilità di Legacoop e del fondo mutualistico Coopfond, nel 2021 è stato redatto il “Primo rapporto rifiuti speciali sulle imprese aderenti a Legacoop”, che evidenzia come le cooperative siano più virtuose e “circolari” nella gestione dei rifiuti speciali rispetto alla media del paese ed è stato lanciato il progetto “Climate circular coop”, in collaborazione con le università di Ferrara e Roma Tre.
L’economia circolare è un tema centrale per il sistema produttivo e la politica industriale nazionale, vista anche la situazione geopolitica, del commercio internazionale e delle catene globali del valore. “Aumentare indipendenza ed autonomia a livello europeo -sottolinea Gamberini- diventa fondamentale per le nostre imprese. In questo contesto risulta strategico ridurre, anche solo parzialmente, tramite l’economia circolare, la dipendenza dall’estero per le materie prime”.
Un tema decisivo, per Legacoop, è quello dell’attenzione al ruolo dei cittadini e dei consumatori, soprattutto dopo l’inserimento del tema della sostenibilità ambientale nella Costituzione italiana.
“L’indagine che abbiamo realizzato, in collaborazione con la Fondazione sviluppo sostenibile ed Ipsos -rimarca il Presidente di Legacoop- mostra chiaramente che a fronte della disponibilità dei cittadini ad avviare azioni circolari, sono tante le barriere che frenano questa spinta. Condividiamo, quindi, la proposta del CEN di definire e pubblicare un programma nazionale di educazione e comunicazione sui modelli circolari di consumo consapevole, così come quella di adottare un programma nazionale per il consumo sostenibile e circolare, previsto dalla Strategia nazionale, previa istituzione e consultazione di un forum di stakeholder. Affinché questo programma sia il più capillare possibile, noi mettiamo a disposizione la nostra rete associativa che può contare su più di 7 milioni di cooperatori, soci delle cooperative di consumo, di servizi, industriali, di abitanti, agricole e sociali”. Per Legacoop è necessario, soprattutto, come sostenuto nel rapporto del CEN, promuovere con misure fiscali e con incentivi economici, oltre che con una riforma della normativa, le attività di sharing, di leasing e di noleggio. “In questo senso -conclude Gamberini- riteniamo che sia fondamentale puntare sulla condivisione e collaborazione, promuovendo la nascita di comunità circolari che, come nel caso delle comunità energetiche rinnovabili, favoriscano azioni circolari a KM zero, coinvolgendo cittadini, imprese ed istituzioni, in forma cooperativa”. Senza trascurare l’opportunità di introdurre una defiscalizzazione per il contenuto di riciclato negli imballaggi.