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FUTURO – Un regista per raccontare l’avventura di CIR food ad EXPO

Milano, 5 maggio 2015 – Sarà il regista di “Io sono Li” a trasformare in narrazione la partecipazione di CIR food all’Esposizione. L’azienda reggiana – leader della grande ristorazione italiana e concessionaria del 25% dell’offerta ristorativa presente a Expo – ha già messo i suoi cantieri a disposizione del maestro Andrea Segre, che potrà così catturare, fin dalle prime fasi, le immagini di un’avventura straordinaria e irripetibile: l’allestimento degli spazi assegnati lungo il Decumano, il via-vai degli operai in corsa contro il tempo per ultimare i lavori, la messa in opera delle attrezzature, la rifinitura degli arredi e le prove generali degli addetti per far sì che tutto sia pronto ad accogliere i 20 milioni di visitatori attesi.

 

Le riprese, effettuate sempre all’interno dei locali CIR food, continueranno durante i sei mesi dell’Esposizione e termineranno solo a conclusione del disallestimento, per indagare anche l’ultimo atto di una colossale e temporanea messa in opera, altrimenti accessibile ai soli addetti ai lavori. “Consapevoli di partecipare a un’esperienza non convenzionale – ha dichiarato Giuliano Gallini, dirigente di CIR food – abbiamo sentito il dovere di produrre una testimonianza, che abbiamo voluto affidare a un autore fra i più sensibili e capaci del panorama cinematografico. Il maestro Andrea Segre, accettando il nostro invito, ci ha onorato dando senso e ricchezza a un’impresa eccitante, della quale percepiamo pienamente il carico di responsabilità, oltre che di gioia”.

 

Andrea Segre è una delle personalità più interessanti nel panorama cinematografico italiano. L’attenzione al sociale, alle etnie ai margini e ai problemi dell’immigrazione è sua cifra personale fin dai primi documentari (Lo sterminio dei popoli zingari – 1998, A metà – Storie tra Italia e Albania – 2002). Nel 2005 è alla Mostra del Cinema di Venezia, nella sezione “Giornate degli Autori”, con Dio era un musicista (2005), un viaggio per musica e immagini nelle terre del Senegal e del Gambia. Nel 2008 gira insieme a Dagmawi Yimer “Come un uomo sulla terra”, in cui ripercorre il travagliato viaggio dei migranti dall’Africa Sub-Sahariana alle coste italiane. Ritorna al Festival veneziano nel 2012 con “Mare chiuso”, documentario di denuncia sui respingimenti dei migranti in seguito agli accordi Italia-Libia, e nel 2013 con “La prima neve”, suo secondo lungometraggio di finzione, in cui prosegue la sua personale ricerca sul rapporto tra gli esseri umani e il territorio.

 

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