A Bologna l’assemblea di un comparto con oltre 15.000 addetti e 4,46 miliardi di valore della produzione
Da una crescita del valore della produzione del 28% tra il 2020 e il 2021 ad una previsione di riduzione dell’occupazione, calo della domanda e investimenti stazionari.
È la fotografia del settore delle Cooperative Industriali aderenti a Legacoop Produzione e Servizi scattata dalla responsabile, Francesca Montalti, nel corso dell’assemblea che si è tenuta questa mattina a Bologna. Uno scenario di forte deterioramento del quadro economico, confermato anche da una recente indagine realizzata da Cooperazione Finanza Impresa (CFI) sui workers buyout nel proprio portafoglio, la maggior parte dei quali rappresentati da cooperative industriali. Dall’indagine emerge che il 68% delle imprese recuperate dai lavoratori è in difficoltà a causa della crisi energetica con la previsione di una perdita di bilancio per l’anno 2022 per il 33% di loro.
L’aumento dei costi energetici e la crisi creata dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia hanno impattato pesantemente sulle imprese. Diverse cooperative industriali hanno dovuto fare i conti con la chiusura di mercati, interruzioni negli approvvigionamenti di materie prime, ulteriori aumenti dei costi del gas e dell’elettricità divenuti insostenibili, raggiungendo picchi dell’800% nel comparto della produzione della carta. “Le proposte del presidente Draghi sul Price Cap al prezzo del gas e il disaccoppiamento da quello dell’energia elettrica, si sono dovute misurare con interessi contrastanti a livello europeo e con un processo di negoziazione lungo e difficile. Occorre applicare urgentemente il pacchetto di misure previste a livello europeo perché il tempo a disposizione si è esaurito, avviando nel contempo le riforme strutturali del mercato dell’energia che nel medio-lungo periodo, insieme alle altre misure previste da RePower EU, ci aiuteranno ad affermare una nostra autonomia strategica dal punto di vista energetico – ha dichiarato Francesca Montalti – Al nuovo Governo chiediamo in via prioritaria di mettere in sicurezza il Paese: il quadro è drammaticamente compromesso. Occorre sostenere con forza la tenuta dei consumi delle famiglie, il loro potere di acquisto e, allo stesso tempo,
proteggere l’impresa e il lavoro, estendendo gli aiuti in corso, sostenendo la liquidità delle imprese e i loro investimenti per scongiurare il rischio di recessione economica”.
Il settore delle cooperative industriali aderenti a Legacoop Produzione e Servizi è costituito da 274 imprese che danno lavoro a 15.500 addetti che, nel corso del 2021, hanno generato oltre 4 miliardi e 465 milioni di euro di valore della produzione. Le imprese operano in svariati comparti produttivi: la presenza più significativa delle cooperative è nel metalmeccanico. La fabbricazione dei macchinari è il comparto che genera anche il più elevato valore della produzione, circa il 38% del totale. La cooperazione industriale è presente su tutto il territorio nazionale ma è al Nord, soprattutto in Emilia-Romagna, che si concentra la quota più rilevante del valore della produzione (86% del totale) e dell’occupazione(73% del totale).
Nel corso dell’assemblea, che ha visto la partecipazione, tra gli altri, del presidente nazionale di Legacoop Mauro Lusetti, ed è stata conclusa dal presidente di Legacoop Produzione e Servizi, Gianmaria Balducci, sono state indicate le traiettorie di lavoro dell’associazione per il consolidamento e la crescita del comparto: rafforzamento delle filiere produttive esistenti, sviluppo di nuove catene del valore a supporto della transizione energetica e dell’autonomia strategica del Paese, internazionalizzazione, transizione digitale come fattore di attrazione dei talenti delle nuove generazioni, collaborazione tra cooperative, soprattutto PMI, e promozione di nuovi workers buyout.
“L’esperienza originale della cooperazione industriale fondata sui principi della gestione democratica dell’impresa da parte dei propri lavoratori dimostra di essere uno strumento efficace, in grado di fornire una valida alternativa al modello capitalistico-speculativo che ha mostrato e continua a mostrare tutti i propri limiti – ha concluso Francesca Montalti – La modernità di tale esperienza si concretizza nella capacità di assicurare che la transizione, oltre ad essere sostenibile dal punto di vista economico ed ambientale possa essere anche giusta, offrendo alle persone opportunità di lavoro dignitoso e di qualità, mettendole al centro dell’agire di impresa, sostenendo il benessere dei propri soci e lavoratori, investendo sull’innovazione e sulla crescita del territorio”.