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Legacoop > CALABRIA – “Siamo lo strumento per la rinascita di una delle aree più depresse d’Europa”

Catanzaro, 3 dicembre 2014 – Una strategia di unità e coesione convinta fra tutte le componenti e l’appoggio delle istituzioni e delle diverse associazioni di categoria possono ridare il massimo slancio alla cooperazione e renderla lo strumento vincente contro la crisi, l’immobilismo, il sistema di pontentati oscuri, le infiltrazioni della n’drangheta nel tessuto economico e sociale, che hanno ridotto la Calabria a una delle aree più depresse d’Europa.

 

Questo, in sintesi, il messaggio forte e chiaro emerso dal decimo congresso di Legacoop Calabria tenutosi alla Sala Coni della Figc di Catanzaro sul tema “Codice cooperativo fare l’impresa del nuovo millennio”.
Ai lavori, protattisi fino al pomeriggio, hanno partecipato ben 125 delegati in rappresentanza di 80 cooperative. Nel corso del congresso sono stati eletti la nuova presidente di Legacoop Calabria, Angela Robbe, la nuova direzione, composta da 38 membri, nonché i delegati al prossimo congresso nazionale in programma a Roma.

 

“Devo dire grazie a tutti i cooperatori che mi hanno dato moltissimo con la loro esperienza – ha detto Angela Robbe che succede a Giuseppe Pellegrino – Abbiamo una sfida importante da correre tutti insieme, dare un nuovo slancio al mondo delle cooperative che qui, in Calabria, possono costituire un risposta valida e concreta alla crisi economina, ma anche uno strumento di difesa della legalità, troppo spesso violata nel nostro territorio.
La passata giunta regionale ci aveva praticamente tagliato fuori, mentre la lettera che oggi il nuovo presidente, Mario Oliverio ha fatto pervenire a questo congresso lascia ben sperare per il futuro”. D’altra parte anche le altre autorità intervenute al congresso hanno manifestato piena disponibilità al dialogo e alla collaborazione.

 

Il tema dei beni e delle aziende sequestrate ai boss è stato più volte ripreso negli interventi successivi ponendosi le cooperative come il mezzo più equo per rimetterli produttivamente al servizio della comunità calabrese e trasformarli da frutto d’ingiustizia, violenza e sopruso, a possibile base di una nuova economia solidale, sostenibile e inclusiva.
Ma Legacoop Calabria si propone anche di intensificare gli interventi sui temi economici e sociali d’interesse generale e di ottimizzare il rapporto con tutte le associazioni di categoria, con i sindacati e le istituzioni.

 

Piuttosto che proseguire nella classica impostazione settoriale si punterà a una logica integrativa che parte dalle opportunità effettivamente esistenti nel territorio. Da questo punto di vista si è anche parlato del patrimonio immobiliare della Regione Calabria, che potrebbe essere usato in modo più intenso e gestito in modo qualificato, tanto da creare nuove opportunità di impiego e di di sviluppo economico e di altre iniziative nel campo della comunicazione, del turismo e della gestione del patrimonio artistico e paesaggistico, nei quali il “Codice Cooperativo” potrebbe rivelarsi risolutivo per una riscossa.

 

All’esterno, si è detto al congresso, si punterà, poi, a rimuovere una serie di ostacoli, primo fra tutti sostenendo la cultura e i valori etici di fondo delle cooperative, una cultura ancora troppo debole nel territorio calabrese
Il rilancio delle cooperative appare tanto più necessario quanto più la situazione politico-sociale della Calabria versa in condizioni allarmanti, come messo in luce dall’interessante e copioso intervento di Giuseppe Soriero, consigliere Svimez: dal 2001 al 2013, si è registrato nel centro nord una crescita del 2 per cento, mentre il Meridione è calato in media del 7 per cento e la Calabria di quasi l’8 per cento.

 

C’è insomma anche quella che Soriero chiama “la Calabria che non ti aspetti”: 4158 imprese con un fatturato superiore a 500 mila euro, di cui cento sono imprese agricole, 181 imprese che superano i 10 milioni di euro, di cui 28 operano nel settore informatico. Ma questi impulsi positivi andrebbero incoraggiati, sostenuti, alimentati. Invece la spesa per attività di ricerca e sviluppo, fra pubblico e privato, in Calabria è ferma allo 0,45 per cento, contro l’1,38 del centro-nord. Le cooperative possono essere il volano di questo nuovo e necessario dinamismo.

 

Hanno richiamato i valori etici del coodice cooperativo sia il presidente uscente di Legacoop Giuseppe Pellegrino, sia la succeditrice Angela Robbe, che ha chiarito: “Oggi possiamo tornare a parlare con orgoglio della nostra diversità nel mondo delle imprese. Ci sono stati anni in cui per vincere molti scetticismi e soprattutto per avere accesso ai fondi abbiamo dovuto lottare per dimostrare che le cooperative, pur nella loro specificità, sono delle imprese. Ma per acquisire più forza dobbiamo anche conseguire dei buoni risultati economici, fornire lavoro, prodotti e una casa alle migliori condizioni possibili. Il “Codice Cooperativo” garantisce la legalità perché si fonda sul rispetto degli impegni contrattuali, perché è al servizio di tutti i soci e comporta la partecipazione e la trasparenza più assoluta. Per questo, probabilmente, c’è stata finora una precisa volontà a non darci il giusto spazio, a metterci al bando, come ha fatto il precedente governo regionale, perché siamo stati una realtà scomoda. Ma questa è la nostra forza, dobbiamo valorizzare la nostra specificità etico-culturale, soprattutto attraverso l’unità tra le nostre diverse componenti”.

 

Propositi del tutto coerenti con quanto espresso sia da Giorgio Bertinelli, vicepresidente vicario di Legacoop nazionale, che, nel tirare le conclusioni, ha parlato di «responsabilità» del mondo cooperativo locale per raggiungere attraverso la coesione risultati indispensabili anche per risollevare la situazione dell’intero territorio regionale a rischio di desertificazione industriale, sia da Ferdinando Verardi, presidente Agci. «Non possiamo permetterci», ha detto Verardi, richiamandosi al “Manifesto dell’Economia Pulita” espresso dai congressi nazionali, «il fallimento del progetto unitario, ancor più in una regione come questa, segnata da tante necessità a livello occupazionale e non solo”. Ottimista anche Camillo Nola, presidente Confcooperative, che ha ricordato come “la cooperazione, spesso nei momenti di crisi ha espresso il meglio, per le sue caratteristiche di mutualità e solidarietà”.

 

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