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Legacoop > COOPSTARTUP – Dopo un anno di lavoro ecco la guida per start up slow

Roma, 23 ottobre 2014 – Una guida per start up ‘slow’. Ovvero per nuove imprese innovative ad alto potenziale di crescita, ma che intendono utilizzare questa potenza d’innesco non per puntare sul singolo e sul massimo profitto immediato, quanto su squadra e sviluppo di lungo periodo. L’ha presentata Coopfond, il Fondo mutualistico di Legacoop, nel corso del seminario “Coopstartup 2014 – Dall’idea al progetto” che ha fatto anche il punto sui risultati ottenuti dopo un anno di lavoro dal programma sperimentale.

 

“Ci rivolgiamo – spiega il direttore generale di Coopfond Aldo Soldi – a tutti coloro che hanno in mente un’idea imprenditoriale innovativa e vogliono realizzarla collaborando con altri. L’obiettivo è duplice: aprire strade interessanti per i giovani che pensano all’autoimprenditorialità e aiutare le cooperative tradizionali a crescere lungo la strada dell’innovazione, ricordando che quest’ultima non passa soltanto attraverso la tecnologia e non riguarda solo le invenzioni, ma anche, ad esempio, l’adozione in un ambito nuovo di una soluzione che era stata sviluppata per un settore diverso”.

 

“Noi abbiamo bisogno delle start up – ha detto il presidente di Legacoop nazionale e di Coopfond Mauro Lusetti – Se è vero che possiamo offrire loro un ecosistema positivo, è vero anche che la contaminazione tra nuove imprese e imprese tradizionali, sul mercato da anni, può dare una spinta essenziale ad un’innovazione di cui abbiamo tutti bisogno. In questo senso il bando Farmability appena lanciato in cinque regioni del nord da Coopstartup è un passo nella giusta direzione. A disposizione delle start up mettiamo infatti le nostre imprese, cooperative molto forti in quel settore, sul mercato da anni, che possono dare un sostegno importante ma che nel contempo possono ricevere gli stimoli giusti per innovare ed essere più competitive sul mercato”.

 

La guida vuole aiutare in dieci passi a trasformare un’intuizione imprenditoriale in un progetto condiviso e il progetto in una cooperativa capace di rimanere a lungo sul mercato. I finanziamenti? Quelli arrivano soltanto, e non a caso, al punto numero 9, perché i problemi da risolvere e le questioni da affrontare, prima, sono davvero tante. Occorre, infatti, verificare l’idea e in secondo luogo la propria attitudine imprenditoriale, determinante ma tutt’altro che scontata. Quattro gli aspetti da analizzare: bisogno di realizzazione, propensione al rischio, attitudine a sperimentare soluzioni nuove e orientamento a lavorare con metodo e capacità di approfondimento.

 

Superati questi scogli arriva la sfida della costituzione del team, che deve essere capace di funzionare bene e durare a lungo. Con il piano di lavoro ognuno deve sapere con precisione quali sono i propri compiti. Bisogna poi tenere le porte aperte a nuovi soci, stringere partnership, trovare i finanziamenti e, infine, formalizzare l’organizzazione. Ma perché fare tutto ciò in forma cooperativa? “La cooperativa – spiega il responsabile del progetto Alfredo Morabito – non è lo strumento giusto per sviluppare un’idea per affermarla velocemente e poi vendere tutto, ma è ideale per realizzare un’idea imprenditoriale, permettendo ai soci di agire insieme su base paritaria, essendo insieme imprenditori e lavoratori, artefici della propria realizzazione”.

 

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