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Legacoop > CORAGGIO – Dall’inizio dell’anno già 8 le aziende salvate dai cooperatori

Bologna, 9 febbraio 2015 – Quarantaquattro dall’inizio della crisi, di cui ben otto durante l’ultimo mese. Continua a crescere il fenomeno dei workers buyout, le cooperative formate da ex-dipendenti che rilevano l’azienda in cui lavoravano, quando questa viene fatta saltare dalla crisi o dalla cattiva gestione. Lo racconta l’ultimo report che Coopfond ha presentato in questi giorni, come raccontato da La Stampa e dal sito di Borsa Italiana.

 

I soci coinvolti in queste 44 operazioni sono complessivamente 991 e i posti salvati 1.164. La maggior parte è stata realizzata in Emilia-Romagna (16) e Toscana (12), ma casi si registrano anche in Sicilia (2) e Sardegna (1). A loro Coopfond offre un sostegno economico sotto forma di partecipazione al capitale o finanziamento per un importo pari solitamente a quanto versato dai soci e, insieme alle strutture territoriali e settoriali di Legacoop, assistenza tecnica.

 

“Spesso l’assistenza procedurale – spiega il direttore generale del Fondo Aldo Soldi – si rivela altrettanto importante perché il percorso da seguire può dimostrarsi molto complesso. Il passaggio da semplice dipendente a socio di una cooperativa che controlla l’attività, quindi ne è proprietario, è una vera rivoluzione culturale per il lavoratore. Spesso cambiano i mestieri durante questa conversione e comunque l’approccio diventa molto diverso”.

 

Otto, come accennato, i casi registrati dall’inizio dell’anno. Si va dalla piemontese Pirinoli che ha coinvolto ben 154 soci al siciliano Birrificio Messina, passando per l’umbra Fail, la veneta Sportarredo e l’emiliana Social Pneus. Dalla Sardegna arriva invece il caso di Isolex (19 soci), seguita dalla veneta Kuni e dall’emiliana 3Elle N (64 soci e 78 posti salvati), il primo workers buyout nato per ‘salvare’ l’attività non di una società di capitali ma di una cooperativa. (nella foto: alcuni lavoratori del Birrificio Messina)

 

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