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Legacoop > INNOVAZIONE – In Camst un sistema controlla 24 ore su 24 la conservazione degli alimenti

Torino, 9 settembre 2014 – Sicurezza alimentare, Camst fa scuola in Italia. In questi giorni la cooperativa bolognese – leader nella fornitura di pasti per le mense, soprattutto quelle scolastiche – ha presentato a Torino un sistema innovativo, il primo in Italia, per controllare che nelle celle frigorifere gli alimenti non subiscano deterioramenti. Ogni derrata ha, infatti, una temperatura di conservazione che non deve essere superata per non mettere a rischio la salute.

 

Come funziona il nuovo sistema? Un sistema di sonde misura 24 ore su 24 la temperatura sia dell’aria sia dei prodotti all’interno delle celle frigorifere. È collegato a una centrale di controllo a cui trasmette in modo continuo i dati. Basta una variazione oltre i 3 gradi o per un’ora per far scattare letteralmente l’allarme. “Le sirene sono collegate giorno e notte con il cellulare dei responsabili dell’impianto, che possono così intervenire prontamente – spiega al Sole 24 Ore Claudio Marsili, direttore delle Divisione Piemonte e Liguria – Inoltre, il sistema è predisposto in maniera che l’allerta resti attiva fino a che il problema non viene effettivamente risolto”.

 

Il nuovo sistema è stato avviato nei centri cottura di Moncalieri, Lucento e Rivoli di Camst nel torinese, ma sarà presto esteso a tutta la regione e nelle altre 31 cucine principali della cooperativa. Il salto di qualità è nato, come spesso accade, da un problema, trasformato in opportunità di miglioramento, ovvero da un’indagine dell’Asl per un presunto caso di intossicazione. “Negli anni scorsi abbiamo sempre lavorato in sicurezza e nel pieno rispetto delle regole – prosegue Marsili -. I controlli avvenivano giornalmente, sulla base delle temperature rilevate ogni 15 minuti, giorno e notte, nelle celle di refrigerazione. Tuttavia, di fronte all’indagine e così come è prassi della nostra azienda, abbiamo deciso di cogliere i suggerimenti per andare oltre e migliorare ulteriormente i nostri dispositivi di sicurezza”. (foto: Repubblica Torino)

 

 

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