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Legacoop > Un protocollo tra reti europee per un turismo etico e ‘a misura’ di disabile

Roma 22 luglio 2014 – Più disabili al lavoro tra alberghi, camping e ristoranti. Più spazio tra le offerte turistiche per quelle accessibili a tutti. Sono questi i due fronti su cui lavorare per un turismo più etico, attento alle comunità e alle persone più deboli. È questo l’obiettivo dell’intesa sottoscritta nella sede di Legacoop Nazionale da Anna Grazia Laura, presidente di ENAT (European Network for Accessibile Tourism) e Maurizio Davolio, presidente di EARTH (European Alliance For Responsible Tourism and Hospitality).

 
“L’idea della collaborazione – spiega Anna Grazia Laura – è nata dalla crescente consapevolezza che le tematiche relative all’accessibilità delle destinazioni turistiche e la responsabilità dei viaggiatori verso quelle destinazioni, non fossero concetti in contrasto fra loro ma che, al contrario, la valorizzazione di entrambi potesse dare un valore aggiunto alle proposte, includendo anche quella categoria di turisti che spesso trovano maggiore difficoltà  a recarsi nelle destinazioni di loro scelta”.

 
Entrambe le reti operano a livello europeo ed hanno già avuto modo di collaborare nel passato, sia pure occasionalmente. ENAT tutela i diritti delle persone con disabilità, nella loro veste di viaggiatori, EARTH si occupa della persona con disabilità come componente, particolarmente debole, della comunità locale. Si tratta di due punti di osservazione complementari fra di loro, che rispondono ai bisogni di giustizia e di uguaglianza. Le due reti europee collaboreranno nelle attività di sensibilizzazione rivolta al mondo dell’industria turistica, dei viaggiatori e delle scuole, nelle azioni per migliorare gli standard etici dell’offerta turistica, nella ricerca, nelle relazioni con le istituzioni europee e le altre reti europee, nella comunicazione, nei progetti e nell’organizzazione di eventi comuni.

 
“Le nostre azioni concrete, descritte nel protocollo – spiega Maurizio Davolio – riguarderanno la diffusione delle nostre idee e principi, la diffusione di buone pratiche, la collaborazione con le istituzioni comunitarie, l’industria turistica, il mondo dell’università, della scuola e della ricerca; la partecipazione a bandi con progetti condivisi; l’organizzazione di eventi pubblici. Si può pensare anche ad attività di formazione reciproca, affinché una più ampia condivisione degli obiettivi delle due organizzazioni sia di aiuto alla realizzazione di prodotti che ne tengano reciprocamente conto”.

 
“La possibilità di impiego di categorie svantaggiate – ribadisce Laura – come quella delle persone con disabilità può essere migliorata se le condizioni di accessibilità della destinazione consentano un facile accesso al luogo di lavoro;  la presenza di persone con disabilità nell’insieme dei servizi turistici consentirebbe di aumentare la consapevolezza e la capacità di informazione e sostegno al turista in una situazione di consulenza peer – to peer”.

 

 

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