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Molini Popolari Riuniti fatturato record 84 milioni di euro, il 2022 desta qualche preoccupazione – DINO RICCI: “LA NOSTRA FORZA È LA DISTINTIVITÀ COOPERATIVA”

La Molini Popolari Riuniti ad AgriUmbria, la mostra nazionale dedicata ad agricoltura, zootecnia e alimentazione, coglie l’occasione per rilanciare il lavoro fatto in questi ultimi anni in un ottica di valorizzazione delle produzioni agricole dei soci e nel rispetto delle persone, dell’ambiente e della salute dei consumatori.

Tutto questo – ha spiegato Dino Ricci, presidente di Mpr – fa parte della mission aziendale. La nostra forza è la distintività cooperativa, che per noi significa riuscire ad affermare una forma imprenditoriale diversa, che sappia coniugare efficacemente l’efficienza e la competitività per stare sul mercato con la socialità, la solidarietà e l’attenzione all’ambiente. Con la nostra filiera, dal 1952, siamo l’anello di congiunzione tra produttori e consumatori, svolgendo un ruolo molto importante sul mercato”.

Mpr, con i sui 3500 soci produttori agricoli e 200 dipendenti ha chiuso il 2021 con un fatturato record di 84 milioni di euro sviluppatosi con una crescita in termini percentuale di oltre il 13% rispetto al 2020. “Incremento – ha spiegato Ricci – in parte determinato dalla spinta inflazionistica in parte da un aumento quantitativo delle produzioni. Nella mangimistica siamo arrivati a circa un milione e 200 mila quintali; nella molitoria abbiamo raggiunto 250 mila quintali di macinazione, con un aumento di circa 40mila quintali sul 2020. È aumentata di oltre il 12%, poi, la produzione della panificazione, dove avevamo avuto un calo nel 2020, recuperando circa due milioni di fatturato”.

Gli investimenti per Mpr proseguono: è infatti in fase di completamento il nuovo centro servizi di San Martino in Campo, che dovrebbe concludersi entro l’estate 2022, per un investimento di oltre due milioni e cinquecentomila euro, e altri investimenti importanti sono stati realizzati nel corso del 2021 finalizzati al processo di delocalizzazione.

Dopo due anni di pandemia – ha proseguito Ricci – auspicavamo un rapido ritorno alla normalità, ma il 2022 desta ancora qualche preoccupazione viste le difficoltà che si stanno manifestando sul versante dei prezzi delle materie prime, l’aumento notevole dei costi energetici e della logistica. Tutto ciò determinerà un aumento dei prezzi di vendita e ancora una volta saranno le fasce più deboli a pagare il costo di questa situazione, con il rischio di allargare le aree di povertà e disagio sociale. Se guardiamo al comparto agroalimentare, in questo momento la situazione è difficilissima sia sul versante delle produzioni che sui processi di trasformazione, con impatti negativi molto pesanti sulle imprese e i produttori agricoli. Anche il settore mangimistico sta vivendo una fase molto complicata perché ci sono difficoltà nel reperimento delle materie prime, i loro prezzi salgono e spesso i contratti non vengono rispettati. Intere filiere produttive non sono in grado di sostenere l’aumento dei prezzi dell’alimentazione, con il rischio di chiusura di allevamenti che difficilmente poi riapriranno”.

Per questi motivi – ha concluso Ricci – lavoreremo nel corso del 2022 per consolidare quanto realizzato senza prevedere ulteriore crescita e monitoreremo costantemente i costi tutti. Per quanto riguarda gli investimenti programmati andremo al completamento di quelli in corso, rinviando agli anni successivi altri che sono comunque necessari. Riteniamo comunque che la cooperativa ha tutte le condizioni per superare questa fase difficile e riprendere poi quel percorso di crescita e sviluppo che ci ha caratterizzato in tutti questi anni”.

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