“Pur condividendo l’impianto generale del nuovo codice, appaiono però necessarie alcune modifiche senza le quali si rischia un peggioramento delle condizioni produttive e di lavoro”.
Questa la posizione dell’Alleanza delle Cooperative Italiane Produzione e Lavoro (Agci Produzione e Lavoro, Confcooperative Lavoro e Servizi, Legacoop Produzione e Servizi) sul nuovo Codice degli Appalti, definito dal Consiglio di Stato e approvato dal Consiglio dei Ministri.
Il nuovo Codice può rappresentare, finalmente, una riforma strutturale per dare impulso al mercato dei lavori, servizi e forniture con un sistema di regole chiare che permetta la leale competizione tra le imprese aumentando la qualità dei lavori e dei servizi resi, ma per farlo è necessario agire per risolvere alcune criticità che rischiano di comprometterne l’efficacia.
Tra le principali richieste:
- Prevedere nella revisione prezzi l’adeguamento dei rinnovi dei CCNL comparativamente più rappresentativi con gli opportuni accorgimenti per evitare eventuali distorsioni: in assenza di questa norma – che era presente nella legge delega su proposta dell’Alleanza delle Cooperative e che incomprensibilmente non è stata inserita nel Codice – sarà ulteriormente compromesso il potere d’acquisto dei lavoratori;
- Non estendere il sistema SOA al settore dei servizi, in quanto rappresenta un ulteriore costo a carico delle imprese che non garantisce una maggiore qualificazione degli operatori. Riteniamo sia più valido confermare l’attuale sistema di qualificazione;
- Consolidare il sistema dell’offerta economicamente più vantaggiosa che, senza la soglia massima del 30% per la componente di punteggio attribuibile all’offerta economica, rischia di far rimpiombare il mercato nell’incubo dell’utilizzo massiccio del massimo ribasso;
- Rivedere la disciplina, carente e peggiorativa rispetto al vigente Codice dei contratti, dei consorzi di società cooperative: strumenti indispensabili per l’accesso al mercato di numerose micro, piccole e medie imprese italiane;
- È fondamentale, anche nell’ottica di attuazione del PNRR, procedere in tempi brevi alla qualificazione delle stazioni appalti: la qualificazione della domanda è condizione ineludibile per qualificare l’offerta e il rispetto dei tempi di gara è un elemento essenziale per la vita delle imprese;
- Assicurare la concreta funzionalità dell’istituto dell’archeologia preventiva, in quanto fondamentale bilanciamento tra ammodernamento infrastrutturale e tutela del patrimonio archeologico;
- Procedere ad una revisione della disciplina dell’illecito professionale, in particolare con riferimento alla durata, all’obbligatorietà dell’esclusione, agli obblighi dichiarativi e alla tutela del diritto alla difesa;
- Prevedere la sospensione delle fideiussioni quando i tempi di gara stabiliti non vengano mantenuti. Il rispetto dei tempi di gara è un elemento essenziale per la vita delle imprese e i costi dei ritardi non possono ricadere sulle imprese.
Le Associazioni esprimono inoltre forte preoccupazione per l’ipotesi di reintrodurre la possibilità di attivare subappalti a cascata senza alcun limite: un sistema che apre le porte all’illegalità, soprattutto nel settore edile.
“Auspichiamo – concludono le Associazioni – che da qui all’approvazione il Governo ci ascolti attraverso una consultazione vera, non come è stato fino ad ora, in cui abbiamo avuto soltanto la possibilità di inviare 700 battute all’interno di un form online. Servono incontri e un dibattito con il coinvolgimento ampio di imprese e lavoratori”.