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RESPONSABILITÀ – Servizi, nove regole per trasparenza ed efficienza degli appalti

Roma, 8 aprile 2015 – Le principali associazioni del settore del Facility Management presentano 9 proposte concrete per i “Buoni Appalti”, per migliorare e rendere più trasparente ed efficiente il settore degli appalti pubblici e chiedono al Governo e al neo Ministro Graziano Delrio un “vice Ministro dei servizi”. Sono questi i principali messaggi lanciati nel corso della conferenza stampa di presentazione del “Manifesto del mercato dei servizi per i patrimoni immobiliari e urbani pubblici”, promossa oggi a Roma dalle sei principali associazioni del Facility Management Legacoop Servizi, Federlavoro servizi/Confcooperative, Afidamp, Anip FISE, Assistal, Fnip.

 

Il documento condiviso dalle Associazioni risponde all’invito del Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone, che ha chiesto alle imprese di “contribuire” al miglioramento del sistema normativo relativo agli appalti pubblici e raccoglie nove proposte concrete, per restituire al settore trasparenza, legalità, qualità del servizio reso e rispetto dei lavoratori

 

Il Manifesto dei “Buoni Appalti”

Il Manifesto condiviso dalle Associazioni contiene nove punti, indicazioni e proposte per rendere più efficaci e meno permeabili a derive criminali gli appalti pubblici di servizi. Tra le indicazioni, la prima e più importante è il contrasto del massimo ribasso (in favore dell’offerta economicamente più vantaggiosa) che troppo spesso costituisce un finto risparmio per la PA e nasconde invece moltiplicazione dei costi, pratiche scorrette di subappalto, diffusione di lavoro nero, quando non fenomeni di corruzione, come le vicende di cronaca degli ultimi mesi stanno ampiamente testimoniando.

 

Le Associazioni evidenziano, inoltre, la necessità di prevedere una regolamentazione specifica per gli appalti di servizi, procedendo a una loro efficace classificazione e distinzione dalle altre attività appaltate e disciplinandone programmazione e progettazione, con particolare attenzione agli aspetti reputazionali e di esperienza pregressa delle imprese in competizione.

Ulteriori aspetti, non secondari riguardano l’efficace attività di verifica dell’anomalia delle offerte, l’incentivazione del pagamento diretto delle imprese subappaltatrici da parte del committente e l’introduzione di una maggiore flessibilità nella fase di gestione dei contratti d’appalto.

 

Infine, i fondamentali aspetti di tutela dei lavoratori dell’occupazione e della sicurezza dei luoghi di lavoro, con l’affermazione della centralità del Contratto collettivo nazionale di lavoro sottoscritto dalle principali Associazioni di categoria al fine di garantire piena concorrenza sul mercato e, soprattutto, di evitare fenomeni di dumping fondati sulla compressione dei salari dei lavoratori.

 

Una normativa chiara per il settore dei servizi

Il primo fondamentale appuntamento per poter tradurre le proposte del Manifesto in un apporto concreto al quadro normativo è la definizione del nuovo Codice degli Appalti, che scaturirà dal Disegno di Legge per il recepimento delle Direttive Europee sugli Appalti attualmente in discussione alla VIII Commissione del Senato, che dovrà sbloccare la situazione attuale, permettendo alle PA di manutenere, mettere in sicurezza e rendere efficiente il patrimonio immobiliare e urbano pubblico del nostro Paese nel pieno rispetto della trasparenza e della legalità come ha giustamente suggerito il Presidente Cantone.

 

Un settore in crescita, con enorme potenziale

Le attività di Facility Management (manutenzione, pulizia, igiene ambientale, energia, security, logistica, ecc.) rappresentano un settore che, anche nel quadro economico depresso degli ultimi anni, ha saputo confermare un trend di continua e costante crescita (+10,4% nel solo 2012), anche in termini occupazionali (2,5 milioni di occupati) e di PIL (oltre l’8% del Prodotto Interno Lordo Nazionale). Numeri importanti che potrebbero crescere ulteriormente se il Paese adottasse politiche ad hoc volte alla “riqualificazione” del patrimonio pubblico esistente; un impegno concreto per il “green building” potrebbe generare 400.000 posti di lavoro e portare ad un risparmio di 1,2 mld l’anno di spesa di consumi energetici per la PA.

 

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